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Cecilia Paccagnella
Leggi i suoi articoliDomani, 13 settembre, inaugura all’interno del V&A East Storehouse di Londra il David Bowie Centre, nuova sede permanente per l’archivio della poliedrica rockstar scomparsa nel 2016: oltre 90mila oggetti, dai celebri costumi (414 compresi gli accessori) alle bozze di canzoni, passando per strumenti musicali (150), quaderni, schizzi, scenografie, corrispondenza personale, lettere dei fan, diari, stampe fotografiche (70mila), negativi, diapositive, filmati e progetti mai realizzati.
Non si tratta però di una semplice esposizione museale, ma di un archivio vivo e dinamico, progettato in collaborazione con lo studio di architettura e design londinese IDK per stimolare la ricerca, il coinvolgimento del pubblico e il dialogo tra generazioni di artisti. Come sottolinea Madeleine Haddon, curatrice del Centro, «Bowie documentava ogni fase del suo processo creativo, dagli appunti scarabocchiati agli schizzi elaborati, lasciando un’eredità preziosa per chi lavora nelle arti».
Tra i pezzi più iconici risaltano gli abiti degli alter ego Ziggy Stardust e Aladdin Sane, disegnati dagli stilisti Freddie Burretti e Kansai Yamamoto, la scrivania personale di Bowie, e una foto incorniciata del cantautore statunitense Little Richard, suo primo idolo. Non mancano le curiosità: la tavolozza con pennelli usati da Bowie, o i materiali per un musical mai realizzato ispirato al romanzo distopico 1984 di George Orwell.

Un render del David Bowie Centre al V&A Storehouse di Londra. © IDK
Il Centro si distingue anche per l’accessibilità e la modularità delle sue proposte. I visitatori possono prenotare gratuitamente, sul sito del museo, la visione di costumi, oggetti di scena e strumenti non esposti in quel momento tramite il servizio «Order an Object». Materiali cartacei, invece, sono consultabili su appuntamento il giovedì e venerdì. L’intero archivio sarà progressivamente digitalizzato e reso consultabile online entro il 2026.
Il programma espositivo sarà in continua rotazione, con nove mostre curate, sei delle quali dedicate alla varietà delle pratiche artistiche di Bowie, e tre tematiche che si alterneranno ogni sei mesi o annualmente. La mostra inaugurale è firmata dal musicista, produttore, cantautore e collaboratore di Bowie Nile Rodgers e dalla band The Last Dinner Party e include oggetti simbolici come l’abito del tour «Serious Moonlight» (1984), il testo autografo del brano «Win» (1975) e la corrispondenza privata tra Rodgers e Bowie a proposito dell’album «Black Tie White Noise» (1993).
Il David Bowie Centre è il risultato di un’importante operazione di acquisizione avvenuta nel 2023, resa possibile grazie alla donazione di 10 milioni di sterline da parte della Blavatnik Family Foundation e Warner Music Group.

Gli oggetti provenienti dall’Archivio David Bowie preparati in vista dell’apertura del David Bowie Centre al V&A East Storehouse. © Victoria and Albert Museum, Londra
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