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Vincent van Gogh, Romans Parisiens (Les Livres jaunes), 1887

Sotheby’s

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Vincent van Gogh, Romans Parisiens (Les Livres jaunes), 1887

Sotheby’s

Un capolavoro di Van Gogh da 40 milioni in asta da Sotheby’s

Una natura morta letteraria che fa da copertina alla collezione di Cindy e Jay Pritzker, che la maison vende in otto tappe. Primo appuntamento a New York, a novembre

Riccardo Deni

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L'estate di Sotheby's dev'essere stata di dolce attesa. Mentre bilanci di metà anno si rincorrevano recitando nenie da fine del mondo, dell'arte e non solo, la casa d'aste aveva in serbo due annunci pronti a ridare vigore a un mercato inflaccidito. In un paio di giorni la maison si è infatti presa la scena autunnale, annunciando una dopo l'altra due collezioni che non eravamo più abituati ad ammirare nei cataloghi, forse ormai dal 2022. Se ieri abbiamo assistito all'entrata in scena di Elisabeth Lederer, ritratta da Klimt in un dipinto da 150 milioni di dollari, con al seguito gli altri 23 lotti della Lauder Collection, oggi Sotheby's ci porta nella stanza che Vincent Van Gogh occupò a Parigi. In particolare sul suo tavolo, coperto di libri dai dorsi gialli, che il pittore immortalò nel 1887 nel dipinto «Romans Parisiens (Les Livres jaunes)», pezzo forte della collezione di Cindy e Jay Pritzker, stimato attorno ai 40 milioni di dollari. Al suo seguito un folto catalogo di opere che attraversano un secolo di storia dell'arte e di storia del collezionismo, muovendo dalla Bretagna visionaria di Gauguin alla Berlino elettrica di Kirchner, passando per il Surrealismo ironico di Miró e l’eroismo moderno di Beckmann. Punti focali di una collezione ampia, che Sotheby's proporrà, in nove aste, da qui a maggio 2026. Il primo passaggio sarà nella Modern Evening Auction di novembre 2025, a New York, in programma nel rinnovato Breuer Building, nuovo quartier generale della maison.

Ma torniamo idealmente a Parigi e a «Romans Parisiens (Les Livres jaunes)». Un quadro apparentemente semplice, un tavolo coperto di libri dai dorsi gialli, una natura morta che si carica di una straordinaria densità simbolica. I libri, impilati come una piccola architettura del pensiero, raccontano il legame profondo tra immagine e parola, tra colore e conoscenza. E soprattutto furono, nella loro forma quadro, presenti alla prima mostra pubblica che il pittore tenne alla galleria Le Tambourin. Da qui, come anticipato, la raccolta si apre a una narrazione polifonica che risuona nel trittico monumentale «Léda et le cygne» di Matisse, realizzato tra il 1944 e il 1946. Qui si coglie tutta la complessità di un artista che, nel mezzo della guerra, riesce ancora a reinventare il mito con una leggerezza formale che sfida il peso della storia. Matisse lavora su ventinove versioni prima di approdare alla composizione finale. Un lavoro ostinato, intimo, che testimonia il suo continuo confronto con l’idea di bellezza anche nei momenti più bui. L’opera è stimata tra 7 e 10 milioni di dollari, e rappresenta uno dei rari esempi in cui il maestro francese rielabora un soggetto classico in forma quasi narrativa.

In «La Maison de Pen-Du, gardeuse de vache» di Gauguin (1889), si percepisce già la tensione tra la nostalgia per la vita rurale e la spinta verso un’espressione sempre più autonoma e visionaria. Il paesaggio si fa teatro mentale, spazio mitico, soglia tra realtà e immaginazione. La tela, proveniente dal periodo bretone dell’artista, porta con sé una stima compresa tra 6 e 8 milioni di dollari, e testimonia un momento di svolta nella sua ricerca pittorica, immediatamente prima del viaggio a Tahiti. Al valore storico-artistico dei lavori della collezione Pritzker, si aggiunge inevitabilmente anche la rarità sul mercato, con tanti di questi assenti dalle scene per decenni. In tal senso si distingue «Der Wels» di Max Beckmann, che non si vedeva pubblicamente da più di trent’anni. Di grande formato, che unisce tensione psicologica e simbolismo narrativo, l’opera è stimata tra 5 e 7 milioni di dollari. Ma anche «Hallesches Tor, Berlin» di Ernst Ludwig Kirchner (stima 3–5 milioni di dollari) e il raro «Personnage, oiseaux» di Joan Miró, con le sue forme organiche e il suo linguaggio onirico sospeso tra segno e figura. L’opera, eseguita nel 1978, appartiene al periodo tardo dell’artista, ed è valutata tra 4 e 6 milioni di dollari.

Ma la visione dei Pritzker non si limita all'arte moderna europea. In collezione compaiono anche opere d’arte decorativa e manoscritti rari, che ampliano lo spettro temporale e geografico della raccolta. Una straordinaria carta portolana del 1447, attribuita a Petrus Roselli, traccia il Mediterraneo e il Mar Nero con una precisione cartografica che è anche bellezza miniaturistica: la stima si colloca tra 1 e 1,5 milioni di dollari, a testimonianza dell’importanza storica del manufatto. L’arazzo Millefleur di inizio Cinquecento, ricco di motivi botanici e animali simbolici, restituisce invece l’immaginario del tardo Medioevo europeo nella sua dimensione più narrativa e fiabesca, con una valutazione compresa tra 400–600mila dollari. E ancora, una scultura in ceramica smaltata della dinastia Tang – un cavallo possente, elegante, rituale – suggerisce un dialogo sottile tra oriente e occidente, antico e moderno, forma e funzione, con una stima di circa 400–800mila dollari.

Se sotto l'ombrellone eravamo rassegnati a un 2025 tiepido, che in otto mesi aveva regalato una sola opera in grado di sfiorare i 50 milioni di dollari («Composizione con grande piano rosso, grigio bluastro, giallo, nero e blu» di Piet Mondrian, venduta per 47,6 milioni di dollari da Christie's), Sotheby's ha alzato il livello della contesa e riacceso la fiamma dello spettacolo in un circuito che s'era intiepidito.

Riccardo Deni, 17 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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