Fino al 26 febbraio, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospita la «Mostra Nazionale Cinese di Arte Contemporanea», organizzata da Federazione delle Circoscrizioni Letterarie e Artistiche della Cina, Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Associazione Artisti della Cina e da Fondazione Cina-Europa per le Arti. Si tratta di una mostra unica nel suo genere: solo un mese di esposizione, solo 40 opere, selezionate dai curatori Gabriele Simongini e Franco Wang esclusivamente fra gli artisti premiati con il China Art Award (il più alto riconoscimento artistico cinese) alla 14ma Mostra Nazionale Cinese di Belle Arti.
La «National Exhibition of Fine Arts» è la più grande e importante mostra d’arte in Cina, divisa in sezioni (basate sulle diverse tecniche artistiche) ospitate in diverse città dell’intero Paese. Nata nel 1949, si tiene ogni cinque anni: aperta a luglio, ha celebrato il 75mo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese e ha presentato complessivamente ben 73mila opere a loro volta selezionate fra centinaia di migliaia da molte commissioni. Ad esempio, per la sezione di «Arte Sperimentale, arte digitale e animazione» la mostra ha ricevuto 2.877 candidature tra le quali sono stati scelti 233 pezzi; per la sezione «Pittura a olio» sono giunti 1.253 dipinti, tra i quali la giuria ne ha selezionati 697.
La mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma celebra i 55 anni dall’avvio delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina e, dichiara il curatore Gabriele Simongini, presenta «un panorama sintetico ma intenso sulla creatività degli artisti cinesi più popolari in stretta relazione con il tema “Arte e Pace” per un’idea della creatività capace di abbattere le barriere e di superare le incomprensioni fra popoli diversi, sotto il segno della coesistenza e della convivenza pacifica. Visitare questa mostra significa attraversare un mondo in divenire, compreso fra due confini. Il primo è la tradizione, il secondo è una proiezione nel futuro, specchio di un Paese che nel corso degli anni ha compiuto una crescita economica e tecnologica impressionante. […] Alcuni punti fermi dell’arte cinese nata nel contesto delle istituzioni ufficiali e proposta in questa mostra sembrano essere il rispetto profondo per la sapienza tecnica, il radicamento nella vita popolare e nei territori di origine, il rapporto con la memoria e con la storia, una vocazione contemplativa, l’invito a vivere in armonia con la natura, la volontà di aprirsi sempre più al mondo, la capacità di proporre immagini dal forte impatto visivo, con i sogni e le inquietudini dei giovani, la riflessione sul trascorrere rapido della vita nell’avvicendarsi fra generazioni. […] Ognuno degli artisti e delle artiste presentati in mostra meriterebbe un’ampia citazione ma, al di là delle singole individualità, emerge una sorta di comune sentire fondato sulla continuità fra tradizione e inevitabile trasformazione, con un rispetto e un senso della misura formale che per molti aspetti noi occidentali stiamo perdendo».