Fiorella Fiore
Leggi i suoi articoliNicola Ielpo era nato nel 1936 a Rotondella in provincia di Matera ma, dagli studi napoletani di ingegneria meccanica in poi, fu soprattutto un cittadino del mondo. Vincitore di un concorso alla Zecca di Stato nel 1966, ne divenne direttore nel 1979 (lo sarebbe rimasto per i successivi vent’anni) e trasformò l’istituto, fortemente provato dalla cosiddetta «crisi degli spiccioli» del 1975-79, in uno «stabilimento industriale ultramoderno e produttivo», scrive il giornalista Pino Suriano nel volume «Il lucano che inventò le 500 lire» (Edigrafema, 2018), che racconta la vita dell’ingegnere attraverso i suoi moltissimi viaggi.
Nel 1982, infatti, Ielpo aveva brevettato la moneta da cinquecento lire bimetallica, frutto di uno studio portato avanti da lui e dai suoi collaboratori e divenuta un modello utilizzato da numerosi altri Paesi per ridurre al minimo il rischio di falsificazione. Dal 1990 al 1992 fu presidente della Conferenza Mondiale dei Direttori di Zecca (Mdc), animando il gruppo di lavoro internazionale (Mdwg, Mint Directors Working Group) che ha avuto il compito di definire la serie unica di monete europee. Eppure, Ielpo è sempre stato fortemente legato alle sue origini lucane e, già prima della sua morte, avvenuta a Roma nel 2012, aveva espresso la volontà di consegnare al Comune di Rotondella la collezione di monete provenienti da più di 50 Paesi da tutto il mondo, raccolte nel corso della sua vita (scrive di lui la moglie: «Non faceva viaggi, lui era un viaggiatore») per la fondazione di un museo numismatico di pregio.
Oggi si realizza quel desiderio, grazie al Comune di Rotondella e alla collaborazione tra la famiglia Ielpo e l’Università degli Studi della Basilicata, con l’apertura del Museo Numismatico a lui intitolato, dal 21 ottobre. Spiega la curatrice della collezione, Brunella Gargiulo: «Il nuovo museo ospita al momento circa 200 monete delle oltre 600 donate, in 8 sezioni distinte per area tematica. Tra le medaglie esposte ce ne sono alcune che sono delle vere e proprie opere d’arte. Le riproduzioni fedeli delle opere di grandi artisti del Rinascimento italiano sono significative della perizia tecnica raggiunta dagli incisori dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Tra quelle più significative la moneta per il bimillenario della morte di Virgilio firmata da Giuseppe Romagnoli, o quella che commemora la morte di Giovanni Boccaccio a firma di Bino Bini. Ma è solo l’inizio, il nostro intento è di esporre nel tempo l’intera collezione».
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