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Cecilia Paccagnella
Leggi i suoi articoliTra Saint-Tropez e Marsiglia, nel comune di Hyères, sorge poco sopra il livello del mare, sulle pendici della collina di Castéou, Villa Noailles, 2mila metri quadrati di stampo razionalista che, fino al 1970, furono dimora dei visconti Charles e Marie-Laure de Noailles.
Negli anni Venti del Novecento, i coniugi commissionarono il progetto di quello che si rivelò uno dei primi edifici francesi in stile moderno all’architetto e designer Robert Mallet-Stevens, al quale chiesero di realizzare una residenza di piccole dimensioni. I 500 metri quadrati del 1925 non furono però sufficienti per essere suddivisi nelle attuali 60 camere, una piscina privata, una palestra e una sala per lo squash, circondati da un giardino mediterraneo e il giardino cubista dell’architetto e paesaggista Gabriel Guevrekian.
Il desiderio di Charles de Noailles era avere una casa semplice, pratica, dove ogni cosa doveva rispettare i principi di utilità e funzionalità (motivi per cui furono selezionati complementi d’arredo firmati da Mallet-Stevens, Marcel Breuer, Theo van Doesburg, Djo-Bourgeois Francis Jourdain, Eileen Gray, Charlotte Perriand, Pierre Legrain, Pierre Chareau, Jean Prouvé, Raoul Dufy e Sonia Delaunay) e, in primis, bisognava dare priorità alla luce: «Voglio il sole del mattino nelle camere da letto e il sole del pomeriggio nel soggiorno, perché è per prendere il sole che vado in questa casa», si legge nella corrispondenza con l’architetto.
Tra le mura dell’edificio e gli ampi spazi all’aperto, i visconti amavano circondarsi di personalità dell’avanguardia artistica loro contemporanei, che contribuirono anche all’arredamento e alla decorazione della villa, come Alberto Giacometti, André Gide, Jean Cocteau, Pablo Picasso, Salvador Dalí, Louis Buñuel, che qui ebbe l’ispirazione e scrisse la sceneggiatura del film «L’Age d’Or» (1930), e Man Ray, che nel 1929 invece girò «Les Mystères du château du Dé», il suo primo documentario surrealista.
Poco dopo la scomparsa dei due coniugi, Villa Noailles fu acquisita dalla città di Hyères, nel 1973, ottenendo in seguito il riconoscimento di monumento storico. A seguito di un lungo periodo di abbandono, l’edificio fu restaurato e convertito in centro d’arte nel 1996 e da allora ospita mostre temporanee ed eventi tra arte, architettura, design, fotografia e moda, eco naturale della passione che li accomunava e alimentava il luogo in cui Charles e Marie-Laure de Noailles costruirono la loro vita.
Questo ottobre, dal 16 al 18, sarà sede del 40mo Festival international de mode, de photographie et d’accessoires, ivi celebrato sin dal 1990. Nato come Salon européen des jeunes stylistes, quattro anni prima, da un’idea di Jean-Pierre Blanc, il fulcro dell’evento è un concorso per dare visibilità a giovani stilisti, al quale si aggiungono mostre e conferenze di moda e fotografia (per quest’ultima è stato avviato un concorso parallelo nel 1997, mentre nel 2017 è stato inaugurato il primo dedicato agli accessori di moda).

Una veduta del giardino cubista su progetto di Gabriel Guebrekian