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Autore anonimo (fiammingo o francese), la «Vergine col Bambino tra i santi Luigi e Margherita», 1510 ca (particolare)

© Courtesy National Gallery

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Autore anonimo (fiammingo o francese), la «Vergine col Bambino tra i santi Luigi e Margherita», 1510 ca (particolare)

© Courtesy National Gallery

Una pala d’altare per i 200 anni della National Gallery

L’acquisto della bellissima «Vergine col Bambino» ha suggellato l’anniversario della galleria londinese con la riapertura della Sainsbury Wing

Gli anniversari sono irresistibili. Il 10 maggio 1824 l’apertura della National Gallery (Ng) di Londra aveva luogo nella casa di John Julius Angerstein al 100 di Pall Mall, con i suoi 38 dipinti, modesto nucleo iniziale della collezione. Solo 14 anni dopo avvenne il suo trasferimento nel grandioso edificio di William Wilkins a Trafalgar Square. Pertanto, se il 10 maggio scorso la sua riapertura ha celebrato i 200 anni «più uno», senz’altro, nel 2038, vi saranno ulteriori festeggiamenti. Il 9 luglio 1991, l’apertura della Sainsbury Wing (Ala Sainsbury) di Denise Scott Brown (1931) e Robert Venturi (1925-2018) rappresentava la prima vera trasformazione non solo della facciata della National sulla piazza, ma anche dei suoi spazi interni. Sin dall’inizio il postmodernismo della Sainsbury Wing è stato controverso, e lo è tuttora, meno per le nuove sale sul piano principale ospitanti le opere del Medioevo e del Rinascimento, ma di sicuro per la sua entrata, giudicata da molti troppo bassa e buia, e per gli spazi modesti nel sottosuolo dedicati alle mostre temporanee. Nel 2018 l’architettura della Sainsbury Wing ha avuto l’onore di essere dichiarata di eccezionale importanza nazionale da Historic England, ma questo non significa che non potrà in futuro essere modificata. Al contrario, negli ultimi due anni la Sainsbury Wing è rimasta chiusa e la sua trasformazione insieme con quella degli altri ambienti della National ad opera dello studio di architettura Selldorf è costata una spesa notevole (85 milioni di sterline). 

Annabelle Selldorf (1960), già responsabile anche per la nuova Frick Collection a New York, ha trasformato l’entrata alla Sainsbury Wing, ampliandola e rendendola più accogliente (nelle parole del direttore, Sir Gabriele Finaldi), anche per le troppe persone non ancora convinte che la National sia per loro, nonostante l’ingresso gratuito. Prima del Covid, la Ng vantava più di 6 milioni di visitatori all’anno, ma ora sono solo 3,2 milioni, e ovviamente si spera che aumentino. Da oggi la Sainsbury Wing è l’accesso principale alla Ng. Inoltre, salendo la sua grande scala i visitatori troveranno un nuovo ristorante e una libreria, ma forse la novità più rilevante del riallestimento è l’aggiunta del 60% in più di spazio per le opere: significa che adesso si possono ammirare 1.045 dipinti (919 dalla collezione permanente, che rappresentano il 40% del totale, e 126 prestiti), suddivisi tra le 16 sale della Sainsbury Wing e le 47 sale del Wilkins Building. 

In generale, la presentazione è cronologica da ovest a est, e si prosegue come in un libro, leggendo da sinistra a destra. Perlopiù, si tende a dividere le scuole nazionali, ma ci sono alcune eccezioni, come una sala che riunisce quattro ritratti di donne eseguiti da Holbein, Degas, Klimt e Pechstein. Un’interruzione di un altro tipo è una miracolosa sala monografica dedicata a Tiziano

Il nuovo allestimento è un grandissimo successo, e passa da una combinazione di pareti bianche e colonne grigie neobrunelleschiane nella Sainsbury Wing a colori discreti nelle sale del Wilkins Building. Il percorso sottolinea la qualità stupefacente della collezione, che tende a farci dimenticare che, al contrario delle opere di tutti i più grandi musei continentali, non si basa su una raccolta reale o imperiale (Louvre, Prado, Kunsthistorisches Museum) o di famiglia regnante (Uffizi, Dresda, Berlino). Non c’è infatti un museo al mondo capace di rivaleggiare con la completezza della sua presentazione della storia della pittura in Europa dal Duecento fino al Novecento. Riprendendo le famose parole di Le CorbusierUna casa è una macchina per abitare»), un museo artistico è una macchina per mostrare le sue opere. Per molti visitatori, infatti, e anche per chi scrive, i dipinti, e non gli spazi, sono l’essenziale della National Gallery. 

È quindi opportuno che la nuova Ng possa vantare non solo alcuni dei suoi massimi capolavori trasformati dal restauro, come la «Battaglia di San Romano» di Paolo Uccello e i «Bagnanti ad Asnières» di Georges Seurat, ma anche un bellissimo nuovo acquisto. Non è facile aggiungere quadri che fanno la vera differenza a una collezione così esaustiva, ma la pala d’altare rappresentante la «Vergine col Bambino tra i santi Luigi e Margherita» è proprio unica. Inoltre, è un vero mistero: proviene da una collezione privata britannica, la sua ultima presenza in una mostra data al 1960, e non ne esisteva nemmeno una fotografia a colori pubblicata. È costata non meno di 16,4 milioni di sterline, benché sia sconosciuto l’autore e a quale scuola nazionale appartenga. Per il momento l’opera viene schedata in rete come di «Ignoto artista fiammingo o francese» e datata verso il 1510, ma la didascalia in galleria la identifica come fiamminga. Stilisticamente l’autore è vicino al fiammingo Jan Gossaert, detto Mabuse (ca 1478-1532), ma anche al francese Jean Hey (attivo da 1482 e morto dopo il 1504), il fatto però che il supporto è una tavola di rovere baltico sembra indicare la provenienza fiamminga dell’autore, poiché di solito i francesi utilizzavano il loro rovere locale. Con ogni probabilità, non si conoscerà mai l’autore, ma fortunatamente un dipinto non ha bisogno di avere un’attribuzione sicura per essere indimenticabile. 

Autore anonimo (fiammingo o francese), la «Vergine col Bambino tra i santi Luigi e Margherita», 1510 ca. © Courtesy National Gallery

David Ekserdjian, 10 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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Una pala d’altare per i 200 anni della National Gallery | David Ekserdjian

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