Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Davide Landoni
Leggi i suoi articoliCosa accade quando uno specchio non restituisce davvero ciò che vede? Se lo domanda la mostra «Versaglia – Progetto Vetraspecchio», fino al 14 novembre da Incanto di Torino. Il progetto, nato da un concorso rivolto alle scuole d’arte e curato da Sandro Pezzoli e Andrea Zepponi, riunisce artisti emergenti e nomi già affermati attorno a un materiale tanto fragile quanto potente: il vetro, appunto, nella sua variante riflettente, incerta e mai totalmente aderente alla realtà. Da qui scaturisce una riflessione più ampia sull’identità e le sue possibili rappresentazioni. A orchestrarla è in particolare Pezzoli, esperto e collezionista di vetri d’arte di Murano, da anni impegnato a promuovere una cultura del vetro che non si limita all’artigianato, ma si connette con l’arte contemporanea e il suo linguaggio. La sua visione prende forma attraverso un’esposizione composita, costruita come una costellazione di opere che mettono in discussione la funzione dello specchio. Dispositivo visivo ma anche mentale, soprattutto quando, come in questo caso, mira più a confondere che a chiarire. A partire dal titolo della mostra, che nasce da un cortocircuito linguistico e concettuale. «Versaglia» è una deformazione tutta italiana di Versailles, la reggia del Re Sole e della celebre Galleria degli Specchi. Se lì i riflessi moltiplicavano il potere e ne costruivano l’immagine ufficiale, qui lo specchio diventa strumento critico. Non conferma aspettative o proiezioni, ma le distorce . La parola stessa vetro richiama il latino «vertere», «rivoltare»: ciò che lo specchio fa davvero con l’immagine, ma anche ciò che l’arte può fare con la realtà. Molteplici le interpretazioni in mostra, dallo specchio che duplica al medium onirico, dall’oggetto magico a quello scientifico, alla Vanitas e ai timori della visione riflessa. Deborah Albini, Elizabeth Aro, Deda Barattini, Michela Cavagna, Joan Crous, Danilo De Rossi, Pasquale Gadaleta, Silvia Levenson, Donato Nuzzi, Vittoria Parrinello, Anna Pennati, Lucio Perna, Maria Grazia Rosin, Natalia Saurin, Maria Scarognina, Matteo e Bruno Seguso, Susanna Sent, Camillo Triulzi, Violetta Uboldi, Valentina Verde, Sally Viganò, Cristina Vogliotti contribuiscono alla costruzione di questo scenario riflettente e mutevole. Ogni lavoro entra in dialogo con lo spazio e con gli altri, come se l’intera mostra fosse una camera degli specchi, dove le immagini si rincorrono, si deformano, si sfidano. Alcune opere si avvicinano alla tradizione simbolista, altre rielaborano il linguaggio dell’installazione o della scultura contemporanea. Il vetro, nella sua ambiguità fisica e concettuale, permette ogni declinazione. Nella cultura occidentale lo specchio ha assunto nel tempo funzioni filosofiche, religiose, scientifiche. È stato simbolo dell’anima, del doppio, della verità, del pericolo. In «Versaglia», questa complessità viene recuperata e rielaborata, senza nostalgia né didascalie. Ma anzi, con un velo di ironia legato all’idea di un’epoca di perfezione digitale, lo specchio non omologa, restituisce l’unicità di chi vi guarda all’interno.
TORINO. Incanto Casa d’Aste e Galleria, via Luigi Rolando 4/G/P.za Maria Teresa, tel. 011/19951273, incanto.auction, «Versaglia– Progetto Vetraspecchio» dal 29 ottobre 2025 al 14 novembre 2025
Altri articoli dell'autore
Un ulteriore colpo ad effetto dell'opera, che fin dal suo debutto aveva innescato un dialogo col pubblico, chiamato a usarlo e quindi a interrogarlo, sul senso dell'arte e del lusso
Il «Ritratto di Elisabeth Lederer», dopo una lunghissima contesa, è diventata l'opera moderna più costosa di sempre, nonché la seconda più preziosa in assoluto
In una sola notte, la maison e l'intero sistema dell'arte hanno raccolto più che in tutti i mesi precedenti: un'aggiudicazione sopra la soglia dei 50 milioni, tre opere che vi ci sono avvicinate moltissimo, tanti altri buoni risultati e alcuni record battuti
Fino all'1 febbraio 2026, le opere di Giuseppe Lo Cascio, Stella Rochetich, Natalya Marconini Falconer e Ornella Cardillo sono esposte nello spazio milanese con la curatela di Sofia Schubert



