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Jeff Koons con la sua scultura «Bourgeois Bust-Jeff and Ilona», 1991

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Jeff Koons con la sua scultura «Bourgeois Bust-Jeff and Ilona», 1991

Violazione del copyright: Koons la spunta nella causa intentata da Hayden

Il giudice Timothy M. Reif ha stabilito che la richiesta di risarcimento è prescritta: il querelante ha atteso troppo a lungo per la sua rivendicazione

Benjamin Sutton

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Il 25 febbraio un giudice del Tribunale distrettuale degli Stati Uniti di New York ha respinto la causa di Michael A. Hayden contro Jeff Koons, stabilendo che il querelante aveva atteso troppo a lungo per rivendicare una violazione del copyright.

La vicenda risale al 2021, quando Hayden sostenne che tre opere della serie «Made in Heaven» di Koons, realizzate tra il 1989 e il 1991, in cui l’artista e la politica italo-ungherese e pornostar Ilona Staller (alias Cicciolina) sono raffigurati in varie pose di atti sessualmente espliciti, costituivano una violazione del diritto d’autore, poiché tutte presentavano una scultura da lui creata per Diva Futura, società di intrattenimento per adulti di cui la Staller era contitolare.

Nel 1989 e nel 1990 Koons assunse Staller (con cui si sposò nel 1991 per poi divorziare tre anni dopo) per i servizi fotografici che divennero il punto di partenza della serie «Made in Heaven». In quegli scatti, i due appaiono in cima alla scultura di Hayden «raffigurante un serpente gigante avvolto intorno a un piedistallo di massi», secondo i documenti del tribunale. Le opere di Koons oggetto della causa sono, nello specifico, il cartellone pubblicitario «Made in Heaven» (1989), la scultura in legno policromo «Jeff and Ilona (Made in Heaven)» (1990) e la tela di grandi dimensioni «Jeff in the Position of Adam» (1990). La seconda aveva già «suscitato scalpore e scandalo nei media quando era stata presentata» alla Biennale di Venezia nel 1990, sempre secondo il tribunale. 

Tuttavia, Hayden è venuto a conoscenza delle opere di Koons raffiguranti la sua scultura di serpente solo nel 2019, quando si è imbattuto in un articolo dell'aprile 2019 de «la Repubblica» sulla disputa di Staller con la casa d'aste Sotheby's per l'esposizione dell'opera «Made in Heaven». Nell'agosto 2019, Hayden richiese la registrazione del copyright per la sua scultura, «Il Serpente for Cicciolina», presso il competente ufficio statunitense, che è stata concessa nel gennaio 2020. Nel marzo 2020 ha contattato gli avvocati di Koons, sostenendo, tra le altre cose, una violazione del copyright. Nel dicembre 2021 ha presentato la presente causa per violazione del copyright.

Il giudice Timothy M. Reif ha stabilito che la richiesta di risarcimento di Hayden è prescritta, scrivendo: «Sarebbe una questione completamente diversa se Hayden non fosse stato residente in Italia per un periodo di vent’anni tra il 1988 e il 2019 e non avesse avuto motivo di seguire la carriera di Staller». Tuttavia, secondo il giudice, Hayden «avrebbe dovuto scoprire» il lavoro di Koons «ben prima di leggere l'articolo de “la Repubblica” del 2019».

Jordan Fletcher, l'avvocato che rappresenta Hayden, ha dichiarato all’agenzia Reuters che lui e il suo cliente non sono d'accordo con la decisione del giudice e intendono fare appello.

Lo stesso anno in cui Hayden ha intentato la causa contro Koons, quest'ultimo ha perso un appello relativo a una causa per plagio in Francia. La controversia, in cui Koons e il Centre Pompidou erano coimputati, riguardava un'opera della serie «Banality» di Koons, «Fait D'Hiver» (1988), che era stata esposta al museo parigino. La causa era stata intentata dal fotografo Franck Davidovici, che aveva scattato la foto su cui Koons aveva basato la sua scultura di porcellana per una campagna pubblicitaria del 1985 per il marchio di moda Naf Naf. In base alla sentenza, Koons è stato condannato a pagare 190mila euro di danni e la scultura è stata bandita dall'esposizione pubblica in Francia.

Jeff Koons, «Made in Heaven», 1989

Benjamin Sutton, 28 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

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