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Weng Shu e Lu Wenyu

© La Biennale di Venezia. Photo: Asac-Matteo Losurdo

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Weng Shu e Lu Wenyu

© La Biennale di Venezia. Photo: Asac-Matteo Losurdo

Wang Shu e Lu Wenyu alla guida della Biennale Architettura 2027

Ai due è stata affidata la curatela della 20ma Mostra Internazionale di Architettura, in programma dall’8 maggio al 21 novembre

Alessia De Michelis

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La prossima Biennale Architettura, mentre saluta l’edizione 19ma conclusa la scorsa domenica, guarda alla Cina contemporanea: Wang Shu e Lu Wenyu guideranno la 20ma Mostra Internazionale di Architettura del 2027, in programma dall’8 maggio al 21 novembre (pre-apertura 6-7 maggio). La nomina, deliberata dal Cda della Biennale di Venezia su proposta del presidente Pietrangelo Buttafuoco, porta al centro del dibattito una delle esperienze più originali dell’architettura globale.

Fondatori nel 1997 dell’Amateur Architecture Studio, i due architetti hanno costruito un percorso che unisce memoria, materiali riciclati e tecniche artigianali, proponendo un modo alternativo di pensare l’urbanizzazione contemporanea. Il loro lavoro, che rilegge la tradizione vernacolare attraverso processi ingegneristici attuali, mira a superare «il conflitto culturale tra città e campagna» e la frattura tra naturale e artificiale. Opere come il Museo Storico di Ningbo, il Campus di Xiangshan della China Academy of Art o la rigenerazione del Villaggio di Wencun ne testimoniano l’approccio sperimentale e profondamente contestuale.

La loro ricerca ha trovato riconoscimento internazionale con esposizioni al MoMA, al Centre Pompidou, al Louisiana Museum e con premi come la Gold Medal del Tau Sigma Delta Honor Society (2019) e il Pritzker Prize assegnato a Wang Shu nel 2012.

«Con grande soddisfazione annunciamo la nomina di Wang Shu e Lu Wenyu quali direttori artistici del Settore Architettura», ha dichiarato Buttafuoco, sottolineando la capacità dei due architetti di unire «responsabilità culturale e genio sperimentale».

I neo-direttori accolgono l’incarico con senso critico verso l’attuale scenario disciplinare: «Oggi i rapidi e molteplici cambiamenti nell’architettura appaiono soprattutto come un fenomeno di superficie (…), che rischia di condurre alla morte stessa dell’architettura». Per questo rivendicano «un approccio semplice e autentico» come risposta alle crisi del presente: «Il nostro impegno sarà quello di esprimere con la massima sincerità questo valore e questa ricerca».

Alessia De Michelis, 26 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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