È noto come Andy Warhol avesse una vera e propria passione per i ritratti, sia che si trattasse di personaggi famosi (da Marilyn Monroe a Mao Zedong) per i quali utilizzava immagini fotografiche scattate da altri successivamente rielaborate e soprattutto colorate, sia che i ritratti fossero di persone che a lui si rivolgevano per essere immortalate. In quest’ultimo caso spesso l’artista le portava a una macchina per fotografie a uso passaporto non lontano dalla sua Factory e su una di quelle immagini elaborava il ritratto che già a quell’epoca aveva un prezzo considerevole per il committente (25mila dollari).
Una splendida selezione di ritratti si può ammirare nella mostra «Andy Warhol portraits» che si apre il 5 dicembre presso la galleria Klüser di Monaco di Baviera e rimarrà visitabile fino al 15 marzo 2025. I ritratti per Warhol erano una naturale appendice dei suoi quadri più noti, dalle lattine Campbell alle bottigliette di Coca Cola, nel senso che anche essi rappresentavano un proseguimento dell’analisi della commercializzazione della società, tema centrale nell’opera dell’artista.
Molti sono i ritratti appesi alle pareti della galleria, da Marilyn a Goethe, da Mick Jagger al volto della Venere di Botticelli. Vi è inoltre un ritratto al quale il gallerista è particolarmente legato, quello di Joseph Beuys eseguito da Warhol in omaggio all’artista tedesco in occasione della sua morte nel 1986. Beuys e Warhol, pur così differenti tra di loro, sono stati infatti i due artisti con i quali Klüser ha avuto le più importanti collaborazioni.
Nella mostra non poteva inoltre mancare un ritratto di Lenin dal momento che questa serie ha una connessione particolare con Bernd Klüser. Fu il gallerista, infatti, a suggerire a Warhol la creazione di una serie di lavori sul rivoluzionario russo suggerendo anche l’immagine da utilizzare. Ma, oltre a questo, a tale serie è anche legata la vita privata di Warhol e la sua tragica morte nel 1987. Tutte le opere erano già state eseguite e si trovavano a Monaco nel magazzino di Klüser, pronte per essere montate negli spazi di Georgenstrasse quando, due giorni prima della data prevista per l’inaugurazione, Andy Warhol muore a New York lasciando il gallerista depositario di tutti i Lenin.
La mostra, oltre che illustrare un aspetto essenziale dell’opera di Warhol, diventa quindi anche una sorta di retrospettiva sulla attività della galleria sottolineando gli stretti rapporti di Bernd Klüser con gli artisti. Non male per un gallerista aver avuto un rapporto così proficuo lavorativamente e umanamente con i due più significativi artisti della seconda metà del Novecento.