Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Federico Florian
Leggi i suoi articoliLa videoartista Hito Steyerl, brillante teorica di una sociologia digitale, ha fornito forse la più acuta definizione di «immagine» nell’epoca postvirtuale. Come ci suggerisce, «le immagini, impazzite e disconnesse, si accalcano fuori dallo schermo; invadono città, trasformando spazi in siti e la realtà in proprietà immobiliare; si materializzano sotto forma di ciarpame, invasioni militari e chirurgia estetica raffazzonata. Si estendono attraverso e oltre le reti, si contraggono e si espandono, si arrestano e inciampano, lottano, si profondono in vigliaccherie, stupiscono e corteggiano».
Se l’immagine si trasferisce dallo schermo alla realtà, generando un’esplosiva gentrificazione visuale, le pagine dei nostri browser testimoniano un nostalgico ritorno alla parola. Ipertesto è la parola d’ordine: un testo potenzialmente infinito, che rimanda tramite la tecnologia del link a innumerevoli documenti nella rete, la Genesi del World Wide Web. Rhizome ha messo insieme una collezione di lavori digitali d’artista fondati su sequenze di ipertesti. Nessuna immagine ma flussi di parole, generati dai click degli internauti. I quali sono invitati a scegliere liberamente il proprio percorso testuale tra multipli elementi interconnessi (opzione piuttosto democratica e liberale, in confronto alla dittatura della fruizione visuale imposta dalle immagini).
Tra le opere consultabili online segnaliamo «Do You Want Love or Lust?» di Claude Closky, una sorta di «magazine quiz» privo di soluzione finale (commissionato nel 2001 dalla Dia Art Foundation), e «Queers in Love at the End of the World» di Anna Anthropy, un gioco ipertestuale in cui l’utente sperimenta la fuggevole esperienza di 10 secondi di intimità verbale con un soggetto x. «Che cosa faresti se ti rimanessero solo 10 secondi con il tuo amante?», s’interroga Anthropy. E aggiunge: «È un gioco sul potere trasformativo e trascendente dell’amore queer; dedicato a ogni donna che ho amato, non importa quanto brevemente».
Altri articoli dell'autore
In occasione del centenario della nascita del maestro cinetico più celebre al mondo, anche un convegno internazionale, oltre a mostre in tutta Europa
La prima edizione della Triennale di arte contemporanea della città francese è un prototipo per una rassegna alternativa: attenta a una dimensione locale più che globale, nasce dal desiderio di relazionarsi attivamente e genuinamente con il tessuto urbano e la comunità dei cittadini
All’Eye Museum di Amsterdam la personale della raffinata artista e filmmaker greca
La sua prima retrospettiva istituzionale negli Stati Uniti, al MoCA di Los Angeles, è una profonda riflessione del rapporto tra verità, spettacolo e rappresentazione