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Daniel Hopfer, «Due donne sorprese dalla morte e dal diavolo» (particolare), 1500-10 ca, The Metropolitan Museum of Art, New York

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Daniel Hopfer, «Due donne sorprese dalla morte e dal diavolo» (particolare), 1500-10 ca, The Metropolitan Museum of Art, New York

La rivoluzione incisa

Il Metropolitan Museum racconta i primi sessant'anni di vita della tecnica dell'incisione

Viviana Bucarelli

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New York. Albrecht Dürer, il Parmigianino e Peter Brueghel il Vecchio hanno in comune una maestria e passione particolare per l’acquaforte, tecnica calcografica introdotta dagli armaioli (che la utilizzarono in origine per la decorazione di armi e armature) e dal tardo Quattrocento utilizzata per la stampa su carta.

A questa tecnica il Metropolitan Museum dedica, fino al 20 gennaio, la mostra «The Renaissance of Etching», che ne racconta i primi sessant’anni di vita (dal 1490 al 1560 ca), a partire da quando, sperimentata nella bottega dello stampatore e decoratore d’armi Daniel Hopfer, fu immediatamente adottata da artisti in Francia, Italia, Fiandre e Germania. Sono visibili 125 opere di artisti celeberrimi e meno noti, esposte accanto a disegni, strumenti, libri illustrati e armature. Le opere provengono dalla collezione del Met, dall’Albertina di Vienna, che ospiterà la mostra in primavera, e da numerose altre collezioni europee e americane.

La mostra si chiude intorno a un anno chiave, il 1560, quando lo stampatore olandese Hieronymus Cock iniziò a realizzare acqueforti di opere di altri artisti, segnando l’inizio di una produzione standardizzata. «L’acquaforte su carta aprì nuove possibilità d’espressione agli artisti dell’epoca; era semplice e accessibile e diede loro l’opportunità di sperimentare e comunicare le proprie idee in un modo completamente diverso fino ad allora, osserva Max Hollein, direttore del Met. Fu un momento rivoluzionario nella comunicazione delle idee e delle immagini, quel mondo in cui, al giorno d’oggi, siamo totalmente immersi».

Viviana Bucarelli, 12 gennaio 2020 | © Riproduzione riservata

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