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Prima a Bologna, nel 1987, in Palazzo Bovi-Tacconi, poi a Parigi, nel 2010, nell’antico hôtel particulier Jean Bart-Claude Passart, ora a Milano, in Palazzo Bagatti Valsecchi, in via Santo Spirito: Maurizio Nobile (Bologna, 1961) ha inaugurato l’8 ottobre la terza sede della sua galleria, in cui tratta da sempre dipinti, disegni e sculture di maestri italiani dal Quattro al Novecento.
Anche più ampio l’arco temporale coperto dalla mostra inaugurale, «La Grande Bellezza. Sette secoli di arte italiana» (fino al 18 dicembre), che arretra al Trecento con la tempera su fondo oro del senese Niccolò di Segna: un frammento del polittico conservato alla Pinacoteca Nazionale di Siena, in cui s’intrecciano suggestioni di Duccio e Simone Martini.
Fra le altre rarità, c’è poi il dipinto di Francesco Hayez, non più visto da molti decenni, «Imelda de’ Lambertazzi», ispirato al melodramma di Gaetano Donizetti. Insieme figureranno opere scelte da Guercino e Sassoferrato a Giovanni Boldini, Felice Casorati, Arnaldo Pomodoro.
Perché Milano? «Innanzitutto perché è una città che amo molto e che frequento da sempre, poi perché è la città più internazionale d’Italia, e dove i colleghi sono aperti e accoglienti, tanto che hanno festeggiato la notizia. E, non ultimo, per volere del caso, come spesso mi è accaduto nella vita: passando per le vie del Quadrilatero, ho visto un cartello in Palazzo Bagatti Valsecchi. Era un appartamento al primo piano che faceva esattamente al caso mio e in quel momento Stefano Bosio, una persona che apprezzo molto e che aveva lavorato da un collega, era libero (sarà il responsabile della galleria, Ndr). Tutto, quindi, ha concorso a questa scelta».

Maurizio Nobile
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