Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

Mega arte, mega fama, mega affari... mega rischio

Michela Moro

Leggi i suoi articoli

Christo, Kentridge: perché gli artisti si cimentano in imprese pubbliche giganti (ed effimere), con impegni progettuali e finanziari, investimenti massicci, ma ritorni incerti? Prevale la voglia di stupire, la risonanza mediatica, il ritorno in notorietà, l’eccitazione adrenalinica della grande sfida o la possibilità di generare grossi profitti?

«Vengo da un Paese comunista: per me essere libero è fondamentale. Con Jeanne-Claude abbiamo sempre fatto tutto da soli proprio per non dover sottostare ai desiderata di nessuno. Dicono che sono pazzo a lavorare su un progetto effimero che costa 15 milioni di dollari? Non m’importa: sono soldi miei e li spendo come mi pare». Questa è la prima risposta di Christo alla domanda su come vengano finanziati i suoi progetti. Mentre controlla l’avanzamento dei «Floating Piers» che apriranno al pubblico sul Lago d’Iseo il 18 giugno, l’artista con casco e stivali da lavoro assomiglia di più a uno dei suoi operai che allo spericolato visionario capace di circondare isole, coprire coste, occupare parchi e impacchettare monumenti, insieme con l’amatissima moglie Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009 ma sempre presente nel racconto.

L'opera monumentale «Floating Piers» di Christo al lago d'Iseo

«Floating Piers» è il quarto progetto italiano (dopo «Wrapped Fountain» e «Wrapped Medieval Tower» a Spoleto, 1968; «Wrapped Monuments» a Milano, 1970; e «The Wall-Wrapped Roman Wall» a Roma, 1973-74) ed era nato in quegli anni, pensato per il Rio de la Plata in Argentina nel 1970 e ritentato in Giappone nel 1996. «Con Jeanne-Claude dicevamo che bisogna sempre rileggere i vecchi progetti con occhi diversi, perchè il legame tra arte e tecnologia è in costante mutamento e fonte di nuove esperienze, e anche in questo caso ha semplificato le modalità di realizzazione». Ecco che l’Italia torna al centro: «Ho vissuto in Europa, conosco bene i laghi italiani, ci ha raccontato l’artista bulgaro, ora ottantenne, l’Iseo è un lago unico, in mezzo c’è Montisola, dove vivono duemila persone che potranno camminare sulle acque insieme con i visitatori. Abbiamo scelto i giorni più lunghi dell’anno, dal 18 giugno al 3 luglio, per permettere alle persone di visitare “The Floating Piers” senza interruzione, con un camminamento da Sulzano a Montisola, includendo l’isola di San Paolo, coperto di tessuto giallo, anzi duck yellow, di tre chilometri: si avrà sui piedi il fluire delle acque». 

Ci si muove su 220mila «galleggianti» di polietilene realizzati da una ditta locale, ancorati a 91 metri sul fondo del lago su gigantesche piattaforme in cemento. Il progetto è il viaggio («the journey», dice Christo) e il fatto che un lavoro così fitzcarraldiano duri poche settimane è irrilevante. Tutti i materiali verranno poi riciclati, il lago tornerà tranquillo dopo le giornate estive che saranno calde di visitatori internazionali e di affari per i locali che hanno visto schizzare le prenotazioni alle stelle già da settimane. Un’accelerazione al progetto si era avuta grazie all’intervento di Franco e Umberta Gussalli Beretta, la cui famiglia è proprietaria dell’isola di San Paolo. «Il bresciano è un territorio di gente cauta: quando arriva uno sconosciuto artista bulgaro a chiederti di affittare il tuo cantiere per mesi, come nel caso di Montecolino, ti senti sollevato se sai che gente locale, come noi, garantisce per lui», dice Umberta, presidente del comitato promotore, apripista e forza trainante di questa impresa.

Christo sopra i«galleggianti»di «Floating Piers»

Il modus operandi di Christo e Jeanne-Claude è sempre stato unico nel genere, il loro desiderio di autonomia li aveva spinti già nel 1969 a fondare la Cjv Corporation, primi artisti a utilizzare questa formula. Disegni e progetti preparatori venivano e vengono venduti per raccogliere altri fondi, operando con modalità diverse dal mondo dell’arte. Non hanno un gallerista di riferimento, ricomprano maniacalmente i propri lavori, vendono personalmente ai collezionisti dal loft di New York dove hanno sempre abitato. Dal 1983 Christo per finanziare i progetti apre linee di credito con le banche, che cambiano col mutare dei progetti, riuscendo a convincere persino uno dei più esclusivi istituti  svizzeri, Bank Leu, a partecipare a «The Gates» a New York nel 2005, tanto da diventare un case history per la Harvard Business School e innescare un processo di «progressiva educazione finanziaria» come nelle parole di Mr. Lilja, banchiere e amico che li aiutò a ottenere i dieci milioni di dollari necessari all’impresa. L’esperienza insegna, e «Floating Piers» si è già autofinanziato in gran parte con le vendite dei lavori precedenti, anche se rimane attivo il rapporto con una banca di fiducia.

Contraltare Kentridge

A Christo fa da contraltare William Kentridge a Roma con «Triumphs & Laments», altro grande progetto anomalo con protagonista internazionale: un grande murale sul Lungotevere, inaugurato il 21 aprile per il Natale di Roma. Il processo era stato avviato nel 2012 da Kristin Jones, artista e motore dell’Associazione Tevereterno, che aveva proposto all’artista sudafricano di impegnarsi sui muraglioni del Tevere tra i ponti Sisto e Mazzini. La partenza era stata molto difficile, la Soprintendenza aveva negato il nulla osta e osteggiato il progetto, adducendo dubbi anche sull’impatto ambientale che l’opera avrebbe potuto avere sul travertino, trattato con una tecnica di cancellamento dello smog. Ma le gallerie dell’artista (Lia Rumma, Marian Goodman Gallery, Usa, e Goodman Gallery, Sud Africa) si erano messe in moto.


Il murale sul Lungotevere «Triumphs and Laments» di Willian Kentridge

La giunta Marino aveva appoggiato l’opera e un coro di approvazioni internazionali, a partire dal Metropolitan Museum e da vari direttori di musei, si era levato davanti al fregio in una sala tutta dedicata del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2015. Tra le molte difficoltà, rilevante era il reperimento dei fondi, circa 800mila euro, in gran parte garantiti dalle gallerie che con Kentridge hanno prodotto l’operazione. Ma non era sufficiente. Il grandioso lavoro è lungo 550 metri per quasi 10 metri d’altezza ed è stato inaugurato con una magica processione teatral-musicale gratuita, ideata dall’artista in collaborazione con Philip Miller e rappresentata per quattro volte il 21 e il 22 aprile. Un regalo alla città che non ha però visto la partecipazione dei grandi sponsor privati, banche e aziende, che solo a un mese dall’evento hanno capito e iniziato, troppo tardi, la corsa per esserci. C’erano molti sponsor tecnici, le istituzioni come MaXXI e Macro, alcuni classici dell’arte come Illy e Menabrea, altri per sostentare le 100 persone che hanno lavorato in loco nei 20 giorni precedenti l’evento. E poi i 483 sottoscrittori di Kickstarter, l’organizzazione di crowdfunding attraverso la quale sono stati raccolti più di 95mila euro, con una scelta che andava dai 5 euro ai 10mila e ritorni variabili, dal poster alla possibilità di assistere alle prove e all’incontro con l’amatissimo Kentridge.


William Kentridge

I «Trionfi e Lamenti» rimarranno finché il tempo e il clima vorranno, e hanno contribuito, come spesso succede con l’arte, a rispolverare un’attenzione e un orgoglio sopiti nella capitale, testimoni le 12mila persone che sulle rive del Tevere hanno assistito alle celebrazioni. Perfino Federica Galloni, direttore generale per l’Arte contemporanea, ex oppositrice del progetto quando era alla Direzione regionale per i Beni culturali del Lazio, è ora una delle più fervide fautrici dell’opera e il Mibact sosterrà la pubblicazione di un volume.

Michela Moro, 16 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Nella nuova sede (milanese) del museo d’impresa del Gruppo Unipol, si rafforza l’asset culturale della collezione corporate fondata a Bologna e si inaugura la prima mostra meneghina con opere di Beverly Pepper, Quayola, Larry Rivers, Stefano Ronci e fuse*

Elena Pontiggia ripercorre nel Centro Culturale di Milano l’attività dell’artista romagnolo che sperimentò tra il Futurismo, il Novecento Italiano e il Realismo magico

Nei padiglioni della Fiera di Rho oltre duemila espositori provenienti da 37 Paesi allestiranno il proprio stand. In città, l’inaugurazione della Design Week ha come protagonista Robert Wilson

Un caleidoscopio di eventi e discipline mappato da «Interni», rivista che dal 1998 ha sistematizzato e raccolto tutti gli appuntamenti diffusi in città durante la Design Week

Mega arte, mega fama, mega affari... mega rischio | Michela Moro

Mega arte, mega fama, mega affari... mega rischio | Michela Moro