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Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliIn occasione di «Domus Grimani. 1594-2019», ha fatto ritorno nella Tribuna del Museo di Palazzo Grimani (fino al 30 maggio 2021) parte della ricca collezione di statuaria antica appartenuta al patriarca di Aquileia Giovanni Grimani e allo zio Domenico, oggi nella collezione del Museo Archeologico Nazionale di Venezia.
Giovanni la donò alla Serenissima nel 1587 supervisionandone, su disegno di Vincenzo Scamozzi, la nuova collocazione nell’Antisala della Biblioteca Marciana (ritratta da Anton Maria Zanetti il Giovane nel 1736 e ispirata alla sistemazione della Tribuna Grimani): fu il primo nucleo dello Statuario della Repubblica.
Quello che il patriarca concepì come un vero e proprio antiquarium conteneva più di 130 esemplari in bronzo e in marmo; statue e busti spesso anche frutto di assemblaggi tra frammenti antichi e materiali più tardi. Oggi solo per alcuni è stato possibile individuare e riproporre l’esatta collocazione.
Fra tutti: «Ganimede rapito dall’Aquila» (fine II secolo d.C.) che campeggia sospeso al centro della Tribuna, la statua di Sileno (torso databile al II secolo a.C.; testa e altre parti di restauro rinascimentale), la statua di Dioniso (con testa di età antoniana). Ospiti a Palazzo Grimani anche Helen Frankenthaler (personale fino al 17 novembre) e la mostra «Meyecelium» di Sandro Kopp (fino al 10 ottobre).

Una veduta dello Statuario Grimani ricomposto
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