Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliA pianta irregolare, dalla classica facciata squadrata pur se ricostruita nell’800, l’imponente Chiesa di San Pietro di Coppito nel centro storico aquilano è stata risarcita dei danni del terremoto del 2009. I lacerti di affreschi del ’300, ’400 e anche del ’500 coprono nel complesso 90-100 metri quadrati e suggeriscono quale spettacolo dovevano offrire le pareti.
La chiesa, costruita nel 1257 e rimaneggiata nei secoli, riapre e costituisce un ulteriore esempio di quanto la ricostruzione dell’Aquila stia procedendo con tempi differenti: sulla piazza antistante prospettano sia il ben restaurato Palazzo Ciavoli Cortelli dell’Associazione Dimore Storiche, sia abitazioni con crepe profonde.
Lo conferma la Chiesa di Santa Maria Paganica di fronte al MaXXI L’Aquila, in rovina e con una copertura provvisoria. Durante la presentazione del neonato museo, il sindaco Pierluigi Biondi ha proposto un concorso internazionale per recuperarla in chiave contemporanea e il ministro Franceschini ha raccolto lo stimolo.
I lavori sulla parte pittorica di San Pietro di Coppito sono stati diretti da Biancamaria Colasacco della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila e il Cratere dal 2014 al 2017, anno in cui andò in pensione. Sono ripresi nel 2020 e in queste ultime fasi i tecnici hanno scoperto sotto l’intonaco porzioni di pittura murale inedite sia nell’abside a destra dell’altare sia in una nicchia sul lato sinistro dove è emersa una Deposizione.
La restauratrice María Fernanda Falcón Martínez ha eseguito i restauri sotto la direzione della Colasacco e poi di Tancredi Farina. «Già nel 2002 Biancamaria Colasacco aveva guidato un restauro dei dipinti murali molto approfondito finanziato dall’allora Fondazione Cassa di risparmio dell’Aquila, ricorda la Falcón Martínez. Quell’intervento pose fine a una situazione drammatica altrimenti i danni del terremoto sarebbero stati ancora più gravi. Noi abbiamo rispettato le scelte estetiche adottate allora, come le integrazioni cromatiche a tratteggio dove la stuccatura non cadeva, ma il terremoto ha posto nuove problematiche e provocato danni enormi».
San Pietro di Coppito ha tre absidi: quella centrale ricostruita in passato dopo un crollo è del tutto scevra di pitture; quella di sinistra con storie di san Giorgio ha riservato sorprese: «Sulla parete destra abbiamo scoperto nove metri quadrati di affresco occultati da uno spesso strato di intonaco. Probabilmente del XIV o XV secolo, da terra si leggono con difficoltà perché si trovano a sei metri di altezza, ma da vicino presentano particolari di un’accuratezza sorprendente come le ciglia e le sopracciglia molto nitide», commenta la restauratrice.
Anche vicino al portale della chiesa sotto la scialbatura è emersa un’edicola affrescata con «una bella Pietà cinquecentesca». Del recupero architettonico, che aveva consolidato la chiesa ovviando agli spanciamenti causati dalle scosse del 2009, si era occupato Antonello Garofalo e dopo il suo pensionamento Antonio Di Stefano.
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