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Ragazzi del Progetto Mudd nel Duomo di Napoli

Foto Roberto Salomone

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Ragazzi del Progetto Mudd nel Duomo di Napoli

Foto Roberto Salomone

I ragazzi «scamazzati» che guidano i visitatori nelle chiese di Napoli

Dopo le Catacombe nel centro della città, un nuovo progetto di don Antonio Loffredo, d'intesa con la Diocesi, offre visite guidate gratuite nel Duomo e, presto, in altri monumenti sacri, curate da giovani «difficili»: «La logica del dono sta funzionando. La gente è più generosa del biglietto»

Stefano Miliani

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Nel centro storico di Napoli ragazze e ragazzi fanno da guida nel Duomo e prossimamente in altre chiese «in corso di recupero e valorizzazione», come riporta nel suo sito il Museo Diocesano Diffuso-Mudd. Con una premessa: ingresso e visita guidata sono gratuiti, chiunque poi voglia fare una donazione o associarsi è benvenuta e benvenuto, molte delle guide vengono da situazioni difficili. È un progetto benemerito illustrato da don Antonio Loffredo a «TourismA 2025» al Palazzo dei congressi di Firenze nell’incontro ricco di spunti «Archeologia senza frontiere e comunità in trasformazione» curato da Giuliano Volpe, archeologo e professore dell’università di Bari.

Forse conoscete il vulcanico parroco 65enne del Rione Sanità: è infatti don Antonio ad aver fondato la cooperativa sociale di giovani «La paranza» con i quali, tra altre iniziative, tiene aperte le catacombe nel quartiere, nel ventre antico di Napoli. Ora il parroco parla con un entusiasmo contagioso del progetto appena partito nelle chiese della Diocesi. L’8 marzo riapre Sant’Aniello a Caponapoli, poi seguiranno San Giorgio Maggiore, l’Annunziata e altre.

Come spiega Vincenzo Porzio, il direttore della Fondazione Napoli C’entro creata dall’Arcidiocesi nel 2024 e che coordina il museo diocesano diffuso, i finanziatori sono la Fondazione con il Sud e la Fondazione di Comunità San Gennaro EF, con 270mila euro ciascuna, cui si aggiungono 210mila euro della Regione Campania per la formazione dei giovani.

Don Antonio, in che cosa consiste questo progetto nelle chiese del centro storico?
L’arcivescovo e adesso cardinale Mimmo Battaglia mi disse: quello che hai fatto al Rione Sanità è noto in Europa, potresti rifarlo nel centro storico acchiappando le briglie di una cosa smembrata dove ci sono chiese chiuse particolarmente belle? I ragazzi hanno detto: vorremmo offrire gratuitamente i monumenti perché le chiese sono luoghi della grazia e la grazia è gratis. E se queste cose artistiche sono i granai dell’anima perché alcuni devono rimanere vuoti? Se l’uomo non è soltanto un animale da ingrasso ma da nutrire interiormente perché non lasciare degli spazi di gratuità assoluta? Offrire a pagamento una cattedrale con opere del Perugino, del Vasari e di altri non ci sembra una cosa fatta bene. Come direttore abbiamo scelto Porzio, cresciuto in «Paranza», bravo e preparato.

Quale principio sostiene il progetto?
È la logica del dono. I ragazzi ti accolgono, ti donano un’ora di visita gratuita alla chiesa, alla fine ti ringraziano; se vuoi partecipare, a dono avvenuto ti dicono in quali forme puoi partecipare liberamente: puoi lasciare un’offerta, iscriverti come socio, ed è quello che preferiamo, oppure puoi non dare niente e ti abbiamo fatto un bel regalo. Ci si prenota tramite il sito muudnapoli.it aperto due settimane fa o lì sul momento.

Che risposte ricevono i ragazzi dai visitatori?
Stanno sperimentando che la logica del dono è forte perché la parola offerta riesce a commuovere, a far partecipare le persone. Sta funzionando. La gente è più generosa di un biglietto.

Quante chiese contate di aprire?
Almeno una decina delle cosiddette maggiori. Dopo il Duomo dai primi di marzo per la festa della donna apriremo Sant’Aniello a Caponapoli: anche questa, come la Cattedrale, ha profonde radici con fantastici scavi archeologici all’interno.

Chi sono le ragazze e i ragazzi che fanno da guida?
Grazie a un protocollo della Diocesi con la Regione Campania abbiamo ricevuto i soldi per fare 60 tirocini perché aprire dieci chiese significa avere un personale notevole. A seconda del monumento due, quattro, sei oppure otto ragazzi aprono la chiesa dalle 9-30-10 fino alle 17 e sono sempre pronti ad accoglierti. Un 20% può essere laureato, ma sono ragazzi che vengono dalla strada, con una storia personale da mettere vicino alla storia dell’arte, così diventa bellezza più bellezza, una bellezza al quadrato. Più «scamazzati» (schiacciati, calpestati, maltrattati, ndr) sono, meglio è: abbiamo questo difetto di origine. La sfida è emanciparsi attraverso l’arte. Perché l’arte piglia tutti e, quando ti incuriosisci, dopo puoi approfondire. Quindi di solito facciamo la proposta ai ragazzi più vulnerabili.

Don Antonio Loffredo al TourismA di Firenze. Foto Stefano Miliani

Stefano Miliani, 25 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

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