Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliIn realtà la scoperta risale alla fine dello scorso anno, ma solo ora il Parco archeologico del Colosseo ne ha dato comunicazione: dopo duemila anni è stata trovata una sala affrescata finora sconosciuta della Domus Aurea neroniana. Una scoperta casuale quanto eccezionale, il sogno di tutti gli archeologi, avvenuta grazie ai ponteggi per i restauri della volta dell’ambiente 72.
Da lì ci si è accorti dell’ulteriore sala, comunicante e ancora in gran parte interrata, ma di cui si vedeva la volta a botte, la lunetta di fondo accanto a una finestra a bocca di lupo e l’attacco delle pareti, il tutto ricoperto di eleganti pitture, discretamente conservate e subito messe in sicurezza.
Sono affreschi su fondo bianco, con linee in ocra e in rosso e fasce arabescate che ripartiscono lo spazio in riquadri, animati da figurine (centauri rampanti, Pan, creature acquatiche reali o fantastiche), festoni e altri motivi vegetali, sulla lunetta un’architettura immaginaria sormontata da una patera (piatto) d’oro e accanto una sfinge.
È lo stesso genere di decorazioni che si trova in altri ambienti della domus, come il Criptoportico 92, «e che possono ricondursi all’attività pittorica della cosiddetta Bottega A, operante tra il 65 e il 68 d.C.», spiega Alessandro D’Alessio, funzionario responsabile del monumento. Che rivela anche che qualcuno in tempi passati deve aver visitato la sala, ma senza serbarne memoria, data la disposizione non casuale di alcuni frammenti ceramici al suo interno. Come tutti gli altri ambienti anche questo fu interrato ai tempi di Traiano, «ma non è detto che debba rimanere così, dice D’Alessio. Ora che si è concluso il lavoro di messa in sicurezza, valuteremo il da farsi».
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