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Elena Franzoia
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Attorno a Poussin 50 opere da Reni a Bacon
Fino al 7 gennaio uno dei capolavori di Nicolas Poussin conservati al Musée Condé, «La strage degli innocenti», è al centro di una mostra che indaga non solo genesi e peculiarità, ma anche il fascino esercitato nei secoli e l’importanza come fonte di ispirazione. Prestiti eccellenti e la collaborazione con il Louvre hanno consentito al commissario Pierre Rosenberg e ai numerosi curatori (Christel Dupuy, Laurent Le Bon, Emilie Bouvard, Nicole Garnier, Astrid Grange) di spaziare fino all’arte contemporanea, attraverso un percorso strutturato intorno a una cinquantina di opere.
Allestita nel Domaine de Chantilly, la mostra «Le Massacre des Innocents. Poussin, Picasso, Bacon» valorizza l’eccezionale nucleo di opere del maestro classicista conservato a Chantilly, secondo solo a quello del Louvre. Eccezionalità ribadita dalla mostra parallela allestita nel Gabinetto di Arti Grafiche del Domaine, ricca di 36 disegni dai temi più svariati, appartenuti in larga parte al duca d’Aumale e restaurati per l’occasione.
Dipinta intorno al 1627 su commissione del marchese Vincenzo Giustiniani, collezionista di Caravaggio, la «Strage» assume un ruolo decisivo nella carriera di Poussin. Il dipinto testimonia infatti la volontà del giovane artista, da poco arrivato a Roma, di affermarsi su una scena dominata da Guido Reni, Pietro da Cortona e Domenichino, costituendo il suo secondo prestigioso incarico dopo «La morte di Germanico» dipinta per il cardinale Francesco Barberini, nipote di papa Urbano VIII.
«La strage degli innocenti» si rivela opera chiave anche per altre ragioni: il favore riscontrato presso collezionisti successivi come Luciano Buonaparte e il duca d’Aumale, e l’innovativa interpretazione di un episodio evangelico molto amato nel Seicento, come testimoniano in mostra i dipinti di Guido Reni e Pietro Testa. Concentrata sulla brutalità del carnefice e la disperazione della madre, l’opera di Poussin è infatti all’origine di celebri copie (come quella di Fragonard) e riletture, tra cui spiccano «Le Charnier» di Picasso (1945), che non era più stata esposta in Francia dal 1954, e «Head II» di Francis Bacon (1949). Alcune opere inedite di Annette Messager, Pierre Buraglio o Jérôme Zonder ne testimoniano infine l’assoluta attualità.
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