Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliIn collaborazione con la fondazione parigina che porta il nome del maestro svizzero, il Barbican Centre di Londra dedica un omaggio lungo un intero anno ad Alberto Giacometti (1901-66). A partire da maggio infatti il progetto espositivo «Encounters: Giacometti» propone tre mostre consecutive, che approfondiscono l’eredità dello scultore svizzero nell’opera di altrettante artiste contemporanee: la pakistana Huma Bhabha dall’8 maggio, la libanese Mona Hatoum dal 3 settembre e la statunitense Lynda Benglis nel febbraio 2026. Ospitate nella fondazione parigina, le tre artiste hanno potuto da un lato ispirarsi al maestro per nuove creazioni, dall’altro selezionarne personalmente le opere, differenti per ogni mostra del progetto londinese.
«Proseguendo il nostro impegno nell’ampliare le possibilità di fruizione delle arti visive nel nostro centro, afferma Shanay Jhaveri, responsabile Arti Visive del Barbican, “Encounters: Giacometti” segna un nuovo, rilevante capitolo. Grazie alla partnership con la Fondation Giacometti, i visitatori potranno percepire come le affinità tra le pratiche artistiche contemporanee e l’opera di Giacometti vadano ben oltre l’influenza artistica e la somiglianza formale. Le artiste invitate condividono l’interesse per temi come morte, frammentazione, quotidianità, memoria, trauma, erotismo, orrore e umorismo, pur esprimendosi in modi estremamente diversi. È l’indagine su queste eterne preoccupazioni esistenziali a costituire il filo conduttore che le lega a Giacometti. Ogni mostra propone infatti opere che in modo affettivo ed emotivo rispondono all’angoscia e alla disperazione di un mondo ferito».
Per l’occasione, il Barbican ha anche realizzato un nuovo spazio espositivo temporaneo dove prima si trovava la Brasserie, che all’insegna della flessibilità gli consentirà nei prossimi anni di mantenere alta e internazionale l’offerta espositiva nonostante gli estesi lavori di riqualificazione. «La collaborazione con il Barbican Centre rappresenta un’opportunità unica di confrontare le creazioni di Giacometti con questo spazio culturale unico, la cui architettura deve molto agli anni Cinquanta, afferma Émilie Bouvard, direttrice delle collezioni della Fondation Giacometti. Alcune delle opere più emozionanti della carriera di Giacometti furono infatti create nello stesso periodo postbellico in cui fu costruito il Barbican. Percepite talvolta come una risposta al dolore e alla devastazione causate dalla Seconda guerra mondiale, le sue opere proponevano una radicalità umana e psicologica in perfetta sintonia con i principi utopici alla base della fondazione del Barbican, che cercò di proporre un approccio alle arti intese come fondamentali fonti di arricchimento spirituale per la vita moderna».
Fino al 10 agosto, la prima mostra «Encounters: Giacometti x Huma Bhabha. Nothing is Behind Us» è anche la prima che un’istituzione pubblica londinese dedica alla scultrice di origine pakistana. Ispirandosi a Giacometti, di cui ha scelto di esporre opere nevralgiche come «Walking Woman I» (1932), «Walking Man I» (1960) e la scultura da tavolo «The Glade (Composition with nine figures)» (1950), Bhabha si approccia allo spazio della galleria come se fosse una strada, raggruppando le sculture per generare la sensazione di un incontro tra antico, moderno e contemporaneo ed evidenziando il profondo e duraturo interesse per il corpo come incarnazione dei traumi del nostro tempo. Si struttura così un paesaggio in cui opere frammentarie conducono a una processione di figure spettrali e vulnerabili che, collettivamente, parlano di conflitto. Bhabha presenta opere tratte dalla propria intera carriera insieme a una nuova commissione in ferro, creata appositamente per la mostra al Barbican. L’atrio esterno ospita anche quattro monumentali sculture in bronzo dipinto e patinato, che richiamano le effigi premoderne presentate per la prima volta dall’artista a New York nel 2024, tra cui «Nothing Falls» e «Feel the Hammer» prestate dal Kiran Nadar Museum of Art di Nuova Delhi.

Alberto Giacometti, «Trois hommes qui marchent [petit plateau]», 1948, Fondation Giacometti