Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Sandro Pertini e la sua libreria, anni Cinquanta

© Fondazione di Studi Storici Filippo Turati, Firenze

Image

Sandro Pertini e la sua libreria, anni Cinquanta

© Fondazione di Studi Storici Filippo Turati, Firenze

A Mestre il ritratto del vero Sandro Pertini attraverso la sua collezione d’arte

L’M9-Museo del ’900 ospita una mostra, premiata con la medaglia d’oro dal presidente Mattarella, che riunisce una selezione delle opere donate ai Musei Civici di Savona

Valentina Frascarolo è la direttrice dei Musei Civici di Savona, che hanno raccolto la donazione della collezione d’arte di Sandro Pertini (Stella, Savona, 1896-Roma, 1990): a lui è intitolata la mostra, la prima a lui dedicata, che si apre domani 20 novembre a M9-Museo del ’900 di Mestre (Venezia), fino al 31 agosto 2026 (info sul sito internet del museo). La rassegna «Pertini. L’arte della democrazia», premiata con la medaglia d’oro dal presidente Mattarella, darà modo di conoscere anche in lui il collezionista d’arte contemporanea, grazie a una selezione della sua raccolta di opere provenienti da Savona, la sua città. La curatela della mostra è della direttrice di M9 Serena Bertolucci con lo staff interno del museo, Michelangela Di Giacomo, Livio KarrerGiuseppe Saccà, con Luca Bochicchio, storico dell’arte, mentre Valentina Frascarolo firma, nel catalogo che accompagna l’esposizione, il contributo dal titolo Il Museo d’arte Sandro Pertini. Andata e ritorno.

Valentina Frascarolo, questa è la prima mostra dedicata a Pertini, una figura complessa, o forse scomoda?
Sandro Pertini è stato un grandissimo comunicatore, sempre molto coerente nel suo comportamento coraggioso di difesa della libertà e dei diritti dei lavoratori. Grazie al suo carisma, al suo modo irruente (a Savona era soprannominato “brichetto”, che in dialetto significa fiammifero, perché si incendiava facilmente nelle discussioni) ma del tutto spontaneo, ha senz’altro avvicinato e sensibilizzato gli italiani in anni delicatissimi all’interno della storia della nostra democrazia. Non è affatto una figura scomoda, anzi: molto ancora può dire il suo amore assoluto per la libertà e la sua totale avversione per le ingiustizie. 

Ci parla della sua eredità materiale, incarnata nella collezione che ha donato ai Musei di Savona?
Pertini aveva espresso alla moglie, Carla Voltolina, la volontà di donare alla sua città di elezione le opere d’arte raccolte nel corso della sua vita e che ricoprivano buona parte delle pareti del loro appartamento affacciato sulla Fontana di Trevi a Roma. Il Museo d’Arte Sandro Pertini è stato inaugurato il 23 novembre 1991 a Savona: a tagliare il nastro, la vedova dell’amato ex presidente e le più alte cariche dello stato. Un evento eccezionale per una collezione eccezionale (169 opere tra dipinti, sculture e opere su carta), che riunisce antico e moderno, figurativo e astratto, realismo e informale, in grado di raccontare attraverso il potente filtro dell’arte chi è stato davvero Pertini, l’antifascista, il partigiano, il politico ma anche un uomo profondamente sensibile e attaccato alla sua famiglia e alla sua terra.

Sandro Pertini a una mostra con Renato Guttuso, anni Settanta. © Fondazione di Studi Storici Filippo Turati, Firenze

Quali sono state le forme d’arte da lui più amate?
Tra le opere da lui donate la maggior parte è rappresentata da dipinti. Pertini era affascinato dai luoghi della creazione, amava infatti visitare gli studi degli artisti, interagire con loro e assistere al processo creativo, al prendere forma degli ideali tramite il fare artistico. Il suo occhio era poi senz’altro catturato dalle tematiche a lui care, la Resistenza, la lotta contro le ingiustizie, la difesa dei lavoratori, la libertà e la pace, ma era anche attratto dalla forza comunicativa dell’arte, anche quella più avanguardistica.

Quando diventa collezionista d’arte?
Sia la famiglia paterna sia quella materna erano facoltose, colte e amanti dell’arte e della cultura in tutte le sue forme. Uno dei fratelli di Pertini abbandonò la sua carriera per fare il pittore a Firenze (un suo dipinto si trova infatti in collezione a Savona). Pertini inizia ad acquistare nell’immediato dopoguerra. Un’annotazione autografa sul retro della tela di Ottone Rosai, in mostra, ci informa che fu acquistata da Sandro Pertini e dalla moglie durante una visita allo studio del pittore fiorentino nel 1955. La maggior parte delle opere sono state acquistate o acquisite per donazione prima dei suoi principali ruoli istituzionali (Presidenza della Camera dei Deputati e Presidenza della Repubblica). Ci sono anche le opere omaggio degli artisti al Presidente della Repubblica (come, per esempio, quelle di Moore e Ortega in mostra), che ci restituiscono il ritratto di un uomo che era in grado di instaurare rapporti umani con facilità e naturalezza.

Quali erano gli artisti da lui più amati e frequentati?
Pertini aveva una predilezione, dato il suo vissuto, per le opere che propagavano la memoria della Resistenza. Con Renato Guttuso e Aligi Sassu, entrambi con ruoli attivi nella Resistenza, ebbe un rapporto privilegiato. Le opere di questi pittori, infatti, sono presenti con più esemplari nella collezione di Pertini. Significativo anche il nucleo di bozzetti di monumenti alla Resistenza e ai lavoratori (in mostra Fabbri, autore anche del monumento alla Resistenza a Savona, che lo stesso Pertini inaugurò nel 1974). Dimostrava però grande interesse anche per l’arte informale e astratta degli anni Quaranta e Cinquanta (Turcato, Corpora, Vedova), che lo attraeva per la forza espressiva. 

In mostra si racconta anche la sua eredità immateriale…
È un’eredità estremamente coerente fatta di amore per la libertà e la democrazia, che va fatta conoscere soprattutto a chi non ha vissuto Sandro Pertini Presidente. Meno di venti giorni fa è stato presentato a Savona un libro che racconta Pertini ai ragazzi delle scuole, Sandro Libera tutti di Luigi Garlando. Questa settimana è stato restaurato il monumento a Sandro Pertini di Gianni Lucchesi nella piazza a lui dedicata in centro a Savona, che riporta dieci delle sue frasi iconiche come «Non può esserci libertà senza giustizia sociale». E, infine, questa importante mostra. Direi quindi un’eredità quanto mai viva!

Oltre alle opere della sua raccolta, quali altri oggetti raccontano la sua figura?
Oltre alle opere e ad alcuni suoi oggetti iconici (la pipa, la coppola, la bicicletta), i video fanno arrivare la grande forza comunicativa di Pertini, la sua schiettezza, la sua umanità. Irresistibili, infine, le vignette di Andrea Pazienza e degli altri maestri dell’illustrazione esposte in mostra.

Emilio Vedova, «Lo Stregone», 1948. © Civici Musei Savona

Filippo de Pisis, «Ritratto di Anatole France», 1929. © Civici Musei Savona

Camilla Bertoni, 19 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

A Mestre il ritratto del vero Sandro Pertini attraverso la sua collezione d’arte | Camilla Bertoni

A Mestre il ritratto del vero Sandro Pertini attraverso la sua collezione d’arte | Camilla Bertoni