Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Trifari Pavè e grande spilla a forma di rana con topazio, 1941

Image

Trifari Pavè e grande spilla a forma di rana con topazio, 1941

A Milano i gioielli «poveri ma belli» di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo

In occasione dell’uscita del volume Taschen, alla Biblioteca Nazionale Braidense una selezione dei «costume jewelry», tratto distintivo dell’eleganza della collezionista torinese

Abiti rigorosi, essenziali, dal taglio perfetto e, insieme, gioielli spettacolari. Ma gioielli speciali, quelli che gli americani chiamano «costume jewelry» e noi gioielli fantasia, fatti di materiali non preziosi, perfino poveri, perché il loro vero pregio sta nel design, che ne fa delle vere sculture da indossare, oltre che nella lavorazione magistrale. Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, indiscussa «regina», non solo in Italia, dell’arte contemporanea, ne ha fatto un segno identitario e, in anni di ricerche, ha formato un’invidiatissima raccolta di questi gioielli fantasia, in parte esposta nel 2010-11 in una mostra nel Palazzo Madama di Torino e altrove. Ora, in occasione dell’uscita da Taschen del volume Costume Jewelry. The Collection of Patrizia Sandretto Re Rebaudengo è la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano a presentarne una selezione aggiornata nella mostra omonima, aperta dal 10 ottobre al 5 novembre nella solenne Sala Teresiana, sotto gli occhi dell’imperatrice Marisa Teresa che, con ben due corone appoggiate sul tavolo a fianco, presidia la sala dall’alto dal suo ritratto d’apparato.

«Mi sono appassionata a questi gioielli non preziosi perché rappresentano un patrimonio culturale che ci riporta a tempi difficili e a grandi cambiamenti sociali, spiega la collezionista. La loro forza è nella creatività, nella fantasia e nell’uso di materiali innovativi capaci di anticipare tante tendenze future. Sono gioielli “poveri ma belli”, accessibili e alla portata di tutte». A lanciarli, in Europa, negli anni Venti e Trenta, furono figure come Coco Chanel ed Elsa Schiaparelli, che presero a disegnarli come complemento delle loro collezioni d’alta moda, ma fu negli Stati Uniti che la loro produzione acquisì importanza, diventando un comparto importante della produzione, specie tra il 1929 e il 1939, durante gli anni bui della Grande Depressione, quando comunque le donne, non rinunciando a «brillare», puntarono su queste ben più accessibili creazioni. Con l’apporto determinante, poi, delle star di Hollywood, da Greta Garbo a Marlene Dietrich e Vivien Leigh, che sfoggiavano queste creazioni fatte con materiali poveri (ma anche molto innovativi, come la bachelite, la galalite, il plexiglas), inducendo le loro fan a emularle.

Da allora la loro fortuna non si è affievolita, grazie alla genialità di creativi e produttori come Trifari, Marcel Boucher, Coro, William De Lillo, De Rosa, Eisenberg, Miriam Haskell, Eugène Joseff, Kenneth J. Lane, Pennino, fino a Wendy Gell, Iradj Moini, Billy Boy, e alla maestria dei loro artigiani.

In mostra ci s’imbatte anche in gioielli intrisi di storia, come la sontuosa collana anni Settanta, con pendente e cabochon in finto occhio di tigre incastonati in metallo dorato, appartenuta a Jackie Onassis, già Kennedy. O la spilla patriottica «Remember Pearl Harbor» (1942), di smalti e metallo rodiato, che evoca l’attacco giapponese del 7 dicembre 1941 alla base americana di Oahu, nelle Hawaii. Di gusto quasi neoegizio, invece, lo strepitoso collare anni Settanta, un pezzo unico con pietre cabochon blu e altre in finta giada, questo di William De Lillo. E che dire della spilla «Frog» (1941-42) di Trifari, con la ranocchia lunga sei centimetri, il corpo fatto di un unico cristallo color topazio, le zampette di smalto azzurro? Clamorosa. È probabile che dall’alto del suo dipinto l’imperatrice Maria Teresa, con le sue corone tutte riccioli, guardi con un po’ d’invidia quelle gioie non altrettanto «nobili» ma tanto, tanto grintose.

Kenneth Jay Lane «Jackie O» collana con pendente grande occhio di tigre, anni 1970, una copia, di un altro colore, di un vero gioiello appartenuto a Jackie Onassis

Senza autore, «Remember Pearl Harbor», 1942

Ada Masoero, 09 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

A Milano i gioielli «poveri ma belli» di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo | Ada Masoero

A Milano i gioielli «poveri ma belli» di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo | Ada Masoero