Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Il «Ritratto di Anna Maria Naro di Carpegna, Contessa di Scavolino» attribuito a Jacob Ferdinand Voet (particolare)

Image

Il «Ritratto di Anna Maria Naro di Carpegna, Contessa di Scavolino» attribuito a Jacob Ferdinand Voet (particolare)

A Pennabilli l’antiquariato per ritrovare sé stessi

La 54ma edizione della kermesse tra le più longeve d’Italia, afferma la sua vitalità riproponendo con convinzione la formula di allestimento diffuso nella regione storica del Montefeltro

Sarà una nobildonna del Seicento a dominare la scena sul palcoscenico del teatro storico, tornata simbolicamente nel Montefeltro per riscoprire le terre d’origine del suo lignaggio. Così, anche quest’anno, la Mostra Nazionale dell’Antiquariato di Pennabilli saprà presentare le sue proposte con eleganza, immergendole nella storia di un territorio ricco di racconti. 

Il ritratto di Anna Maria Naro di Carpegna, Contessa di Scavolino, un olio su tela attribuito a Jacob Ferdinand Voet (Anversa, 1639-Parigi, 1689), proposto dalla galleria Altomani & Sons (sedi a Milano e Pesaro), accoglierà il pubblico in un allestimento scenografico ambientato nel Teatro Vittoria, uno dei tanti contenitori di pregio nei quali si articola l’attesa manifestazione in programma fino al 13 luglio (ingresso gratuito) con trenta espositori dislocati tra palazzi e botteghe del centro storico. 

La 54ma edizione della kermesse, tra le più longeve d’Italia, afferma la sua vitalità riproponendo con convinzione la formula di allestimento diffuso che, ideato in emergenza durante la pandemia, si è poi rivelato tanto efficace da costituire uno degli elementi di attrazione della mostra mercato. L’allestimento si sviluppa nel centro storico dell’antico borgo, arroccato a dominare dall’alto la valle del fiume Marecchia, nell’entroterra riminese, lungo il confine naturale che separa e unisce la Romagna, le Marche e la Toscana, nella regione storica del Montefeltro, invitando visitatori, collezionisti e curiosi a entrare in sintonia con il luogo e i suoi abitanti. 

La manifestazione è promossa dall’Associazione Culturale Pennabilli Antiquariato, ente non profit che oltre a impegnarsi per garantire un’ampia selezione di espositori di qualità su scala nazionale, coinvolge nell’organizzazione i giovani del luogo, con l’obiettivo di creare indotto in un momento partecipato e fortemente identitario per la comunità che offre le sue competenze e la sua migliore ospitalità. Gli espositori propongono un’offerta che spazia dall’antiquariato di alta gamma, con pezzi dal Medioevo al Settecento, alle arti decorative dei vetri Gallè. 

Molto importanti le iniziative collaterali «Fuori Mostra», in spazi storici altrimenti non visitabili, come l’Orto dei Frutti Dimenticati, il Palazzo del Seminario, il Palazzo Carboni, la Chiesa di San Filippo e l’Oratorio di Sant’Andrea riaperto per l’occasione. A corredo del programma esposizioni, conferenze, presentazioni editoriali, performance e una proposta inedita intitolata «Serpe sotto la Pietra»: negli spazi del Palazzo del Bargello, trasformato in residenza artistica, saranno esposte le opere vincitrici di un bando volto a indagare il sottile confine tra religiosità e magia, per reinterpretare il patrimonio immateriale del territorio attraverso i linguaggi contemporanei. Un modo intelligente di tener viva l’attenzione su questa piccola «capitale della bellezza», dal 2010 riconosciuta Bandiera Arancione del Touring Club, a conferma della sua vocazione all’accoglienza turistica di qualità, tra cultura, natura e tradizioni. Si tutela anche così l’Italia dei borghi, quelle terre interne che incantano e sorprendono: scovare un pezzo raro e pregiato, girovagando tra palazzi, fondachi e botteghe, a Pennabilli può persino spingere a «trovare se stessi», come direbbe Tonino Guerra, molto legato a questo luogo.

Valeria Tassinari, 10 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

A Pennabilli l’antiquariato per ritrovare sé stessi | Valeria Tassinari

A Pennabilli l’antiquariato per ritrovare sé stessi | Valeria Tassinari