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Giorgio de Chirico, «Il dialogo misterioso», 1973, Roma, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico (particolare)

© Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma. © Giorgio de Chirico, by Siae 2025. Foto: Gaia Schiavinotto

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Giorgio de Chirico, «Il dialogo misterioso», 1973, Roma, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico (particolare)

© Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma. © Giorgio de Chirico, by Siae 2025. Foto: Gaia Schiavinotto

A Sarzana l’ultimo de Chirico

Nella Fortezza Firmafede 50 lavori, tra dipinti, disegni, incisioni e sculture, che l’82enne artista realizzò negli anni ’60 e ’70 rielaborando stile e iconografie degli anni ’10, ’20 e ’30

La mostra «Giorgio de Chirico. La Metafisica della creazione», visitabile fino al 21 luglio nelle sale espositive della storica Fortezza Firmafede di Sarzana (La Spezia), è interamente dedicata alle prove artistiche degli anni Sessanta e Settanta del celebre esponente della corrente metafisica, corrispondenti alla fase più matura di una ricerca che, indicata con il termine di Neometafisica, fu caratterizzata da una notevole predisposizione creativa e da una sorprendentemente cospicua produzione, considerata la sua allora età avanzata. L’ottantenne de Chirico, liberatosi da ogni vincolo di esclusiva mercantile e dall’inclinazione, precipua degli anni precedenti, a replicare pedissequamente le tipologie di opere più commerciali e apprezzate dal grande pubblico, cominciò in questa fase di ricerca a rielaborare, attraverso inedite chiavi di lettura e innovative soluzioni espressive, i modelli stilistici e iconografici della sua attività artistica degli anni Dieci, Venti e Trenta. La mostra di Sarzana, curata da Lorenzo Canova e prodotta e organizzata dall’Associazione Metamorfosi, in collaborazione con il Comune di Sarzana e la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, proprietaria della più completa raccolta della sua produzione neometafisica, presenta 50 lavori, tra dipinti, disegni, incisioni e sculture.

Significativa appare, in particolare, la presenza in mostra di una serie di litografie realizzate da de Chirico in collaborazione con lo stampatore Alberto Caprini. Altrettanto rilevanti risultano i dipinti ispirati, con rinnovate modalità creative, ai temi iconografici del suo più noto periodo metafisico: come nel caso della figura del «Trovatore», protagonista di due opere del 1965 e del 1975, o di quella del «Vaticinatore», ripresa nel dipinto «L’Architetto metafisico» del 1970. A fianco delle opere pittoriche, che includono anche due tra i più celebri dipinti del periodo neometafisico, come «L’astrologo» (1970) e «Il contemplatore» (1976), si presentano inoltre all’interno del percorso espositivo diverse sculture, a testimonianza della sua altrettanto considerevole produzione in ambito plastico che, proprio all’interno di tale contesto di ricerca, trovò una felice espressione, come attestato dai bronzi «Gli Archeologi (Oreste e Pilade») del 1966 e «Le muse inquietanti» del 1968.

In contemporanea alla mostra di de Chirico sono anche visitabili, al piano terra della Fortezza Firmafede, la personale dell’artista sarzanese Ivan Vitale Lazzoni «Big Sur Painting Series» (fino al 21 aprile) e la mostra «Tutto il mare in una buca» della genovese Alessandra Gasparini.

Giorgio de Chirico, «Le muse inquietanti», 1968, Roma, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. © Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma © Giorgio de Chirico, by Siae 2025. Foto: Gaia Schiavinotto

Matteo Fochessati, 26 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

A Sarzana l’ultimo de Chirico | Matteo Fochessati

A Sarzana l’ultimo de Chirico | Matteo Fochessati