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Il «Terzo Paradiso» di Michelangelo Pistoletto nel parco di Villa Manin di Passariano

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Il «Terzo Paradiso» di Michelangelo Pistoletto nel parco di Villa Manin di Passariano

A Villa Manin la «Terza Terra» di Pistoletto

Il maestro dell’Arte povera espone nella villa dogale di Passariano i suoi progetti evolutivi

Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) e la sua Cittadellarte approdano a Villa Manin con un grande progetto volto a mettere in luce «l’etica di Pistoletto che vede l’arte come responsabilità sociale», spiega Guido Comis, direttore di Villa Manin per l’Erpac (Ente Regionale per il Patrimonio Culturale) e curatore della mostra. Un’installazione di Pistoletto nel parco della villa e una selezione di sue opere all’interno, in dialogo con opere di altri artisti, un forum per la stesura di un manifesto e una serie continuativa di incontri con esperti del territorio in diversi settori compongono il progetto espositivo (fino al 31 dicembre). «La presenza delle opere di Michelangelo Pistoletto a Villa Manin, prosegue Comis, è l’occasione per fare di Passariano un luogo di creazione, confronto e sperimentazione sul modello di Cittadellarte, ma soprattutto di coinvolgimento di tante diverse anime della regione».

A trascinare il visitatore nell’universo Pistoletto è innanzitutto il «Terzo Paradiso», iconico simbolo ideato dall’artista per esprimere l’intreccio tra artificio e natura, che figura nel parco in versione botanica, su grande scala, lungo oltre 50 metri. L’installazione vive e cresce grazie a uno speciale carbone vegetale, il biochar, utilizzato per aumentare la fertilità dei terreni, invitandoci a riflettere sul tema della produzione e sovrapproduzione agricola e sulla sostenibilità alimentare. «Il “Terzo Paradiso”, scrive Michelangelo Pistoletto, è la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura».

Il cuore della mostra, intitolata «Terza Terra», comprende alcune note opere di Pistoletto, tra i più celebri esponenti dell’Arte povera, come i «Quadri specchianti», la «Venere degli stracci», la «Sfera di giornali», il «Metro cubo d’infinito». Questi pezzi innescano un interessante dialogo con le atmosfere della villa dogale veneta, la cui origine risale al 1651, quando Ludovico I Manin incaricò Giuseppe Benoni, soprintendente ai lavori della creazione della città di Palma. Un secolo dopo fu realizzato il belvedere, a firma di Giorgio Massari; nel corso del Settecento l’architetto Domenico Rossi chiamò poi vari artisti per decorare la villa e le sue sale di rappresentanza, tra cui il parigino Louis Dorigny. Un originale impianto artistico dove spiccano, tra gli altri, il «Trionfo della primavera» e le allegorie di amore, gloria, ricchezza e abbondanza. 

Ma le opere di Pistoletto dialogano anche con una selezione di lavori di artisti del Friuli Venezia Giulia e non solo. Ogni stanza è dedicata a un tema, a un’istanza di trasformazione etica e sociale tra quelle portate avanti da Cittadellarte | Fondazione Pistoletto, l’istituzione fondata a Biella nel 1998 dall’artista. Gli artisti inclusi nella mostra sono stati selezionati da Villa Manin in collaborazione con il comitato curatoriale di Unidee | Residency Program, programma ultraventennale di residenze di Cittadellarte, composto da Juan E. Sandoval, Andy Abbot, Alessandra Saviotti e Beatrice Catanzaro. Gli artisti invitati sono Ryts Monet, Caretto/Spagna, Collettivo Robida, Luigi Coppola, Chiara Sgaramella, Noor Abed, Nico Angiuli, Tiziana e Isabella Pers, Michele Spanghero e People’s Land Trust (PLoT), un progetto di collaborazione avviato nel 2020 a Cork, in Irlanda, dalle artiste Marilyn Lennon, Colette Lewis ed Elinor Rivers

L’apertura della mostra è stata preceduta dal Rebirth Forum Villa Manin, che ha attivato la partecipazione delle diverse organizzazioni della società civile attive sul territorio in svariati ambiti della sfera civica e politica. Il forum ha fatto propri gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda Onu 2023, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu. I diversi tavoli tematici di coprogettazione e discussione sono stati focalizzati sui Sustainable Development Goals, spaziando tra argomenti come le vie d’acqua, il turismo circolare, la biodiversità e l’inclusione sociale. Hanno partecipato come facilitatori professionisti ed esperti di Cittadellarte e del territorio come Armona Pistoletto, presidente di Let Eat Bi, ufficio nutrimento di Cittadellarte, Giovanna Felluga, curatrice del Vigne Museum, Federico Rossi, direttore artistico dell’associazione I Colonos, e Andrea Guaran, professore associato di Geografia dell’Università di Udine. Il forum si è chiuso con la presentazione dei risultati e la stesura di un manifesto.

Michelangelo Pistoletto. © Pierluigi Di Pietro

Il programma di incontri «Arte della Demopraxia»

In occasione della mostra di Michelangelo Pistoletto, Villa Manin si trasforma in luogo dove «ri-formare i principi e i comportamenti etici che guidano la vita comune». L’esposizione è accompagnata fino a fine dicembre dal programma di incontri «Arte della Demopraxia», neologismo coniato a Cittadellarte per definire il processo di trasformazione sociale

Il calendario coinvolge molteplici associazioni e gruppi di lavoro del territorio, organizzazioni pubbliche e private, rappresentanti delle istituzioni e della cultura ed esponenti del mondo produttivo e agricolo. Gli incontri si svolgono in un’arena temporanea realizzata con materiali ecologici e riciclabili nel salone centrale della villa, uno spazio temporaneo progettato e costruito dagli studenti dell’Isia Roma Design di Pordenone. «Il lavoro collaborativo dell’istituto, racconta Guido Comis, direttore di Villa Manin, incarna lo spirito promosso da Cittadellarte e della demopraxia stessa: l’arena sarà il frutto del confronto di idee e il contributo manuale di una comunità, in questo caso di studenti e docenti». 

Le immagini delle opere esposte e le idee che emergeranno dai dibattiti e dagli incontri saranno raccolte in una pubblicazione, «un diario di viaggio verso nuove opportunità di intendere l’arte e il suo ruolo nella società». A ogni tema della mostra è dedicata una conferenza, un evento, un’attività, una performance o un’azione. Dopo il forum sulla «Politica», a luglio è la volta del «Costume» con una Summer School sulla moda sostenibile in collaborazione con Fashion B.E.S.T., Fondazione Roberto Capucci, Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia, Its Arcademy di Trieste. Il 26 settembre tocca allo «Sport», con un incontro sullo sport inclusivo con atleti paraolimpici di ritorno dalle Paraolimpiadi di Parigi e una performance di Matilde Nuzzo. Il 27 settembre è poi la volta del «Nutrimento», con un incontro con il permacultore Andrea Marostegan e con Roberto Scenna di Bi-Biochair a Palazzo Lantieri di Gorizia. Dal 7 al 12 ottobre il «Design» sarà al centro di un workshop organizzato dall’Accademia di Belle Arti G.B. Tiepolo di Udine. A seguire, ancora, i temi «Arte e scienza», «Comunicazione» ed «Educazione e storia».

Villa Manin di Passariano, particolare. © Simone De Luca. Cortesia di Erpac

Mariella Rossi, 30 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

A Villa Manin la «Terza Terra» di Pistoletto | Mariella Rossi

A Villa Manin la «Terza Terra» di Pistoletto | Mariella Rossi