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È Renato Mambor (Roma 1936-2014), figura poliedrica di pittore e attore, il protagonista della mostra «Connessioni invisibili», aperta fino al 27 marzo nella Galleria Gruppo Credito Valtellinese-Refettorio delle Stelline, uno dei poli espositivi del Gruppo, insieme agli spazi storici di Sondrio e alle gallerie del Credito Siciliano ad Acireale e Carifano (con Spazio XX Settembre) a Fano.
Originale, come sempre sono le mostre delle gallerie del Gruppo, dirette da Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra, la rassegna, a cura di Dominique Stella, rivisita la vicenda di un artista multiforme, attivo a Roma nel gruppo di Piazza del Popolo, con Schifano, Pascali, Angeli, Festa, ma poi un po’ dimenticato. Di sé Mambor diceva: «Voglio fare di tutto, ballare, cantare, scrivere, recitare, fare il cinema, il teatro, la poesia, voglio esprimermi con tutti i mezzi, ma voglio farlo da pittore perché dipingere non è un modo di fare ma un modo di essere».
Sin dagli esordi, alla fine degli anni Cinquanta, si occupa di pittura e di fotografia, di cinema, teatro e performance, in un andirivieni che, però, lo riconduce sempre alla pittura. Gli 80 lavori in mostra, creati tra i primi Sessanta e il 2014, testimoniano i suoi diversi linguaggi, dalla pittura alle installazioni, dalla fotografia al teatro sperimentale, qui documentato da fotografie e da una performance con Paola Pitagora e Igor Horvat, mentre un documentario ne illustra la figura.