«Odalisca gialla» (1937) di Henri Matisse, Philadelphia Museum of Art (particolare)

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«Odalisca gialla» (1937) di Henri Matisse, Philadelphia Museum of Art (particolare)

Al Centro Candiani Matisse con i suoi coevi ed epigoni

Il maestro del Fauvismo, assieme ai suoi colleghi, ha trovato il modo di superare l’arte di mimesi impressionista, e prima ancora simbolista, grazie alla luce del Mediterraneo

Una cinquantina di opere, a partire dal nucleo di grafiche della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia, compongono la mostra «Matisse e la luce del Mediterraneo», a cura di Elisabetta Barisoni e allestita dal 28 settembre al 4 marzo 2025 nel Centro Culturale Candiani. Le opere di Ca’ Pesaro, tra cui tre litografie degli anni Venti e due disegni del 1947, sono affiancate dai prestiti provenienti dal Philadelphia Museum of Art, dalla Národní Galerie di Praga, dal Musée des Beaux-Arts di Bordeaux, dal Musée des Beaux-Arts di Nancy, dal Centre Pompidou di Parigi, dal Musée Albert-André di Bagnols-sur-Cèze e dal Museo del Novecento di Milano. 

«Come scrive Van Gogh da Arles nel marzo 1888 “Je crois qu’après tout l’art moderne est dans le Midi”, l’arte moderna nasce a contatto con il Sud, ricorda Elisabetta Barisoni nella presentazione della mostra. Il Midi francese, luogo selvaggio e per certi versi primitivo, accende la fantasia dei pittori alla ricerca del grado zero dell’arte». Una situazione che la mostra ripropone attraverso le opere di Henri Manguin, André Derain, Albert Marquet, Maurice de Vlaminck, Raoul Dufy e Pierre Bonnard accanto a quelle di Matisse dove la luce è protagonista. «Nella stagione di sperimentazioni che nasce a Collioure, continua Barisoni, Matisse e Derain trovano il modo di superare l’arte di mimesi impressionista, e prima ancora simbolista, e lo fanno grazie alla luce del Mediterraneo, una luce dorata che elimina le ombre, come scrive Derain in una celebre lettera a Vlaminck». Nell’ultima sezione della mostra i «papiers découpés» di Matisse e gli epigoni di area veneziana, come Renato Borsato o Saverio Barbaro, fino alle composizioni di Marinella Senatore: «Emerge, conclude Barisoni, la dignità del decorativo, dell’ornamento, del disegno e della stilizzazione della figura, il lascito forse più importante di Matisse all’età contemporanea».

Camilla Bertoni, 27 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

Al Centro Candiani Matisse con i suoi coevi ed epigoni | Camilla Bertoni

Al Centro Candiani Matisse con i suoi coevi ed epigoni | Camilla Bertoni