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Visnù, epoca angkoriana, seconda metà dell’XI sec, Musée national du Cambodge, Cambogia, Phnom Penh

© Thierry Ollivier

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Visnù, epoca angkoriana, seconda metà dell’XI sec, Musée national du Cambodge, Cambogia, Phnom Penh

© Thierry Ollivier

Al Musée Guimet i bronzi reali di Angkor

Delle 240 opere esposte a Parigi, 126 provengono dal Museo nazionale di Cambogia di Phnom Penh. Seguirà un tour negli Stati Uniti

La monumentale statua in bronzo di Visnù, una delle principali divinità del pantheon induista, dell’XI secolo, rinvenuto nel 1936 nel santuario del Mebon occidentale, uno dei gioielli del Museo nazionale di Cambogia di Phnom Penh, è l’opera di punta della mostra «Bronzi reali di Angkor: un’arte del divino» che il Musée Guimet di Parigi ospita dal 30 aprile all’8 settembre. Una rassegna inedita, resa possibile dalla collaborazione con il museo cambogiano, che conserva una delle più grandi collezioni mondiali di oggetti d’arte khmer e che ha prestato eccezionalmente a Parigi ben 126 opere. 

Il Visnù, oggetto di venerazione ma anche dichiarazione della potenza religiosa e politica dell’impero Khmer, è rappresentato in posizione reclinata e in origine doveva essere lungo più di cinque metri e alto quattro. L’opera è arrivata a Parigi nel giugno 2024 per raggiungere il Centre di ricerca e di restauro dei musei di Francia (Czrmf), che ha sede nel palazzo del Louvre, dov’è stata sottoposta a una serie di analisi prima di ripartire, lo scorso novembre, per il laboratorio Arc’Artique di Nantes, dove invece è stato eseguito il restauro. Il progetto, una collaborazione internazionale, è stato finanziato dall’Aliph, l’Alleanza internazionale per la protezione del patrimonio storico creata a Ginevra nel 2017, principale fondo mondiale per la salvaguardia del patrimonio in pericolo. 

Buddha nell’atto di fare vitarka mudra (gesto della spiegazione), epoca preeangkoriana, VII-VIII secolo. Musée national du Cambodge, Cambogia, Phnom Penh. © Thierry Ollivier

Angkor, capitale dell’impero Khmer che dominò una vasta regione del Sudest asiatico continentale per più di cinque secoli, dal IX al XV secolo, ha conservato splendide vestigia del suo passato glorioso. Per questa mostra, il Musée Guimet non prende in considerazione i monumenti in pietra, mondialmente noti, ma la scultura in bronzo, lega nobile e sacra in Cambogia, appannaggio dei re, primi committenti dei grandi oggetti realizzati in questa lega metallica, ed è per questo che i laboratori della lavorazione tradizionale del bronzo sorgevano nei pressi del palazzo reale. Nella tradizione cambogiana la lavorazione del bronzo non era solo un atto artistico, ma anche di devozione

In un percorso cronologico, dal IX secolo all’età moderna, curato da Pierre Baptiste, direttore della conservazione e delle collezioni del Musée Guimet, sono allestite 240 opere tra statue, oggetti d’arte ed elementi di decoro architettonico, accanto a fotografie e documenti. Oltre ai 126 prestiti del Museo nazionale di Cambogia, il Guimet ha potuto attingere alla sua ricca collezione. Dalla Cambogia arrivano una statua in bronzo di Shiva (XI secolo) del tempio di Phnom Bayang, provincia di Takeo; una graziosa divinità femminile (prima metà del XII secolo), rappresentata inginocchiata con le braccia alzate, forse per servire come sopporto a uno specchio; e alcune statue di Buddha del XII secolo, in meditazione o rappresentato con la mano sollevata nel gesto sacro dell’assenza di paura. Sono esposti anche oggetti dalla raffinata lavorazione, come candelabri, incensieri e lampade. 

Dopo Parigi la mostra, con il suo grande Visnù, partirà per un tour negli Stati Uniti tra il Minneapolis Art Institute, il National Museum of Asian Art di Washington e il San Francisco Asian Art Museum.

Diviniteà femminile inginocchiata, epoca angkoriana, prima metà del XII secolo, Musée national du Cambodge, Cambogia, Phnom Penh. © Thierry Ollivie

Luana De Micco, 17 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

Al Musée Guimet i bronzi reali di Angkor | Luana De Micco

Al Musée Guimet i bronzi reali di Angkor | Luana De Micco