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«Destroyed Music» (1980) di Milan Knížák Pari & Dispari Editori, Cavriago - Francesco Conz, Verona. © Luigi Bonotto Collection. Cortesia della Fondazione Bonotto

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«Destroyed Music» (1980) di Milan Knížák Pari & Dispari Editori, Cavriago - Francesco Conz, Verona. © Luigi Bonotto Collection. Cortesia della Fondazione Bonotto

Al Museo del Novecento Fluxus è per tutti

La collezione Luigi Bonotto è il più rilevante apporto italiano al movimento fondato da Maciunas

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Con la mostra «Fluxus, arte per tutti. Edizioni italiane dalla collezione Luigi Bonotto» (allestita fino al 16 aprile nello spazio Archivi del Museo del Novecento) si conclude la trilogia di rassegne su quel movimento promossa negli ultimi anni dalla Fondazione Bonotto.

Dopo i libri d’artista (nel 2015 alla Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia) e la musica (nel 2016 all’Auditorium Parco della Musica di Roma e nel 2019 alla Whitechapel di Londra), entra ora in gioco, per la prima volta, il ruolo chiave svolto dall’Italia in questo movimento transnazionale, nato tra gli anni Cinquanta e Sessanta del ’900 grazie all’artista, architetto e motore di cultura George Maciunas, che sognava una «Revolutionary Flood», un’inondazione rivoltosa tesa ad abbattere ogni steccato, cui concorressero le arti visive e performative, la musica, i festival, gli happening.

I curatori Patrizio Peterlini e Martina Corgnati rileggono l’apporto italiano attraverso pubblicazioni e documenti, con un’attenzione speciale per la produzione, molto diffusa in Italia, di «edizioni»: oggetti, cartelle di grafica, libri d’artista ad alta tiratura (quindi a prezzi abbordabili), realizzati nel nome della democratizzazione dell’arte.

Autori come Eric Andersen, Joseph Beuys, George Brecht, John Cage, Giuseppe Chiari, Philip Corner, Geoffrey Hendricks, Allan Kaprow, George Maciunas, Claes Oldenburg, Yoko Ono, Nam June Paik, Ben Patterson, Dieter Roth, Daniel Spoerri, Ben Vautier, Wolf Vostell, Robert Watts e altri ancora, ricorrono in questa rassegna che pesca dal vastissimo serbatoio della collezione di opere di Fluxus e di Poesia Concreta, Visiva, Sonora, Digitale, avviata negli anni Settanta dall’imprenditore vicentino, amico di molti di loro, Luigi Bonotto, e ora interamente consultabile online.

«Destroyed Music» (1980) di Milan Knížák Pari & Dispari Editori, Cavriago - Francesco Conz, Verona. © Luigi Bonotto Collection. Cortesia della Fondazione Bonotto

Ada Masoero, 23 novembre 2022 | © Riproduzione riservata

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