
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
RA Fotografia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Milano
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
RA Fotografia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a MilanoVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Per la retrospettiva dedicata al rapporto tra il pittore e New York le curatrici hanno attinto alla collezione del museo, ampliandola con prestiti da collezioni pubbliche e private
- Maurita Cardone
- 22 dicembre 2022
- 00’minuti di lettura


«Manhattan Bridge», 1925-26, di Edward Hopper. © 2022 Heirs of Josephine N. Hopper/ Licensed by Artists Rights Society (ARS), NY
Al Whitney Museum Hopper gioca in casa
Per la retrospettiva dedicata al rapporto tra il pittore e New York le curatrici hanno attinto alla collezione del museo, ampliandola con prestiti da collezioni pubbliche e private
- Maurita Cardone
- 22 dicembre 2022
- 00’minuti di lettura
Maurita Cardone
Leggi i suoi articoliNella città in cui Edward Hopper visse per quasi sessant’anni, il museo con la più vasta collezione al mondo di sue opere, il Whitney Museum of American Art, ospita fino al 5 marzo una retrospettiva dedicata proprio al rapporto tra il pittore americano e la sua New York.
Le curatrici Kim Conaty e Melinda Lang hanno attinto alla vasta collezione del museo, ampliandola con prestiti da collezioni pubbliche e private, per esporre oltre 200 opere, tra cui icone come «Early Sunday Morning» (1930), «Automat» (1927) e «Room in New York» (1932).
La mostra esplora sei decenni della vita dell’artista attraverso opere che vanno dai primi schizzi ai dipinti degli ultimi anni, cui si aggiungono lettere, fotografie, diari provenienti dal Sanborn-Hopper Archive, un archivio di oltre 4mila oggetti donato al museo nel 2017 dagli eredi di un amico di famiglia. Hopper, che a New York aveva studiato, vi si stabilì al ritorno da un lungo viaggio in Europa, nel 1911, per restarci fino alla morte, nel 1967.

«Manhattan Bridge», 1925-26, di Edward Hopper. © 2022 Heirs of Josephine N. Hopper/ Licensed by Artists Rights Society (ARS), NY