«Sole a mezzogiorno (Wilhelmsbad)» (1913) di Eugenie Bandell. Städel Museum, Frankfurt am Main

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«Sole a mezzogiorno (Wilhelmsbad)» (1913) di Eugenie Bandell. Städel Museum, Frankfurt am Main

Allo Städel la rivincita delle artiste di inizio ’900

Il museo di Francoforte espone un’ottantina di dipinti e sculture di 26 donne attive tra XIX e XX secolo alla costante ricerca del giusto riconoscimento

La mostra «Donne. Artiste tra Francoforte e Parigi attorno al 1900», che lo Städel Museum presenta dal 10 luglio al 27 ottobre, è il risultato di un progetto di ricerca condotto in seno all’istituzione assiana che fa seguito alla retrospettiva del 2022 sulla pittrice Ottilie Wilhelmine Roederstein

Come si evince dal titolo, è un tentativo di aggiungere un capitolo alla storia dell’arte fatta anche dalle donne, ovvero da figure di professioniste che ebbero molto successo al loro tempo (qui il periodo a cavallo tra XIX e XX secolo) e poi inspiegabilmente scomparvero da cronache a manuali posteri sulla disciplina. Curata da Alexander Eiling, Eva-Maria Höllerer e Aude-Line Schamschula, è supportata dalla presentazione a tema del ricco archivio digitale Roederstein-Jughenn presso lo Städel e offre una panoramica di carriere e biografie di pittrici e scultrici come Louise Breslau, Ottilie W. Roederstein e Marg Moll, Eugenie Bandell, Marie Bertuch, Dora Hitz, Inge Dinand e Marie-Louise von Motesiczky accompagnate dai nomi riscoperti di Erna Auerbach, Mathilde Battenberg, Ida Gerhardi, Annie Hopf, Elizabeth Nourse e Louise Schmidt, fra le altre, capaci di scrivere la storia dell’arte dell’età moderna. Da Parigi a Francoforte crearono reti internazionali, sostenendosi a vicenda, lottando nel mare di una disciplina declinata prevalentemente al maschile, soprattutto nell’ambito della scultura. 

Lo Städel presenta circa 80 lavori, tra dipinti e sculture, di 26 artiste: sono opere d’arte provenienti da rinomati musei statunitensi ed europei e numerosi prestiti di collezioni private che vengono esposti per la prima volta. La loro presentazione è integrata da fotografie e lettere che aprono uno spaccato sulle comunità di studio internazionali, raccontando l’importanza strategica che ebbero le prime associazioni professioniste di donne artiste per la loro affermazione, alla costante ricerca del giusto riconoscimento.

«Giovane donna e crisantemi. Ritratto di Mina Carlson-Bredberg» (1890) di Louise Breslau. © Collezione privata. Foto: Kulturmuseum St. Gallen, Michael Elser

Francesca Petretto, 08 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

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