Vista dall’alto del Rass Hotel, Gambia St, Addis Abeba, Etiopia

Foto di © Michael Tsegaye

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Vista dall’alto del Rass Hotel, Gambia St, Addis Abeba, Etiopia

Foto di © Michael Tsegaye

Architetture italiane nel Corno d’Africa

Al MaXXI L’Aquila come si è ibridata l’eredità urbanistica e architettonica colonialista

La sede aquilana del Museo nazionale delle arti del XXI secolo apre le porte all’architettura con una mostra dedicata alle città del Corno d’Africa, una riflessione sul processo di decolonizzazione del patrimonio urbano e architettonico in alcune importanti città di Eritrea, Etiopia e Somalia. Si tratta di Paesi che si trovano oggi a riconsiderare il lascito architettonico del passato coloniale: dalla devastazione di Mogadiscio, alla rapidissima trasformazione di Addis Abeba, alla consapevole conservazione di Asmara. 

Grazie anche a testimonianze d’archivio, la mostra «Architetture e città nel Corno d’Africa. Un patrimonio condiviso» (dal 28 giugno al 16 novembre) mette in luce il patrimonio condiviso, numerosi edifici pubblici e privati, alcuni ancora esistenti, altri distrutti, ma presenti nello spazio contemporaneo o nella memoria collettiva. Per le città di Addis Abeba e Gimma, il MaXXI ha coinvolto il fotografo etiope Michael Tsegaye, che vive e lavora nella capitale, affidandogli l’incarico di documentare il processo di modernizzazione delle città, necessario per comprenderne la trasformazione. Una parte della mostra è dedicata agli interventi architettonici e a quell’eterogeneità di stili che rappresentano in queste aree i segni più evidenti della presenza degli italiani in epoca coloniale e oltre. Una presenza che si è inserita amalgamandosi ai linguaggi già esistenti e dando origine a situazioni ibride di grande interesse. Grazie alla ricchezza degli archivi e alla loro accessibilità, queste «storie nella storia» possono essere studiate e raccontate

Nonostante l’instabilità politica, i conflitti, l’estrema povertà e le carestie che hanno colpito il Corno d’Africa costantemente negli ultimi decenni, intere aree continuano a essere abitate e vissute dalla popolazione locale, intere lingue di terra caratterizzate da architetture uniche, frutto d’ibridazioni culturali di grande originalità da studiare, conservare e valorizzare in una prospettiva di multiculturalità e trasversalità. 

Il MaXXI L’Aquila, lo scorso 28 maggio, ha festeggiato tre anni di attività, caratterizzata sin da subito dalla massima apertura alla cittadinanza e a tutti i pubblici, un luogo vivo e attivo, capace di far dialogare arti visive, performance, fotografia e architettura. Anche quest’anno nel terzo fine settimana del mese di settembre, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, si terrà Performative, Festival Internazionale di arte, danza, musica nel centro storico della città trasformata in un palcoscenico diffuso.

Vista aerea di Addis Abeba in uno scatto di Michael Tsegaye. © di Michael Tsegaye

Maria Letizia Paiato, 26 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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