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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliIn un panorama globale attraversato dalla fair fatigue e dalla saturazione del digitale, Artissima continua a distinguersi per ciò che in altre fiere non è sempre così scontato: un’identità chiara, una curatela rigorosa, un rapporto diretto con il collezionismo e la ricerca. È una fiera tagliata su misura per un mondo nuovo, dove non conta soltanto vendere, ma scoprire, leggere il presente e immaginare il futuro. Artissima è il luogo dove le gallerie sperimentano e rischiano, curando stand coraggiosi, dove i collezionisti trovano opere accessibili e coerenti, dove le istituzioni scelgono di acquisire lavori che entreranno nelle collezioni pubbliche. È la fiera del talent scouting, quella che ha lanciato molte gallerie oggi affermate, e che continua a essere un laboratorio di idee sostenuto da un sistema virtuoso come quello di Torino, con la certezza che alcune opere passeranno dai corridoi dell’Oval alle sale della Gam e del Castello di Rivoli, grazie alle acquisizioni della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea Crt. «Che arricchimento sociale rappresentano il collezionismo istituzionale e quello privato e quali urgenze e aspettative associamo all’emozione dell’incontro con l’arte? L’edizione 2025 di Artissima proverà a rispondere a questi interrogativi attraverso il punto d’incrocio tra mercato italiano e scena internazionale, stimolando un collezionismo attento alla ricerca e una visione critica e curatoriale in continua evoluzione. Torino sa vivere di arte, e Artissima è il metronomo della più forte emozione autunnale della città», precisa il direttore Luigi Fassi, che per quest’anno ha pensato a un’Artissima umanizzante, inaspettata e ispirante: «Dobbiamo essere visionari, abbiamo bisogno di idee e ispirazioni che ci aiutino a governare i tempi», ha dichiarato presentando la 32ma edizione della fiera internazionale d’arte contemporanea, in programma all’Oval Lingotto dal 31 ottobre al 2 novembre 2025. Ispirata al Manuale operativo per Nave Spaziale Terra di Richard Buckminster Fuller, figura cardine del pensiero sistemico e dell’ecologia integrata, la fiera chiama a raccolta 176 gallerie da 36 Paesi di 5 continenti, confermando la propria vocazione internazionale e la capacità di unire mercato e visione.
«Il concetto di Manuale operativo invita a riflettere sulla nostra presenza sul pianeta Terra, una “nave spaziale” affidata alla responsabilità collettiva di chi la abita e che ci rende tutti suoi piloti», spiega ancora Fassi. Come possiamo prendercene cura bilanciandone risorse e sostenibilità per tutti i viventi? L’edizione 2025 risponde a questa domanda attraverso il dialogo tra arte, conoscenza e futuro, intrecciando ricerca curatoriale, sensibilità ecologica e mercato.
Le sezioni (Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue, Art Space & Editions e le tre speciali Present Future, Back to the Future e Disegni) compongono la mappa di una fiera che rimane, per profondità di selezione e coraggio delle proposte, un unicum nel sistema internazionale. Delle 176 gallerie il 60% sono straniere, provenienti da 33 Paesi e cinque continenti. Sono 62 i progetti monografici e 26 le nuove partecipazioni. Numeri che raccontano un lavoro di ricerca dal profilo museale, un osservatorio attivo sulle trasformazioni del mercato e sulle nuove geografie dell’arte. Artissima privilegia gallerie che rappresentano autenticamente i contesti di provenienza, restituendo una geografia reale dell’arte contemporanea e offrendo un modello alternativo ai grandi colossi multinazionali dell’arte.
Maria D. Rapicavoli, «Make This Earth Home», 2024 (particolare). Courtesy the artist and Ncontemporary. © Photo Ncontemporary
La Main Section, con 103 gallerie, riunisce il cuore pulsante della fiera e il meglio della scena internazionale, mentre New Entries ospita 12 gallerie fondate da meno di cinque anni, al loro debutto ad Artissima. Monologue/Dialogue, con 34 gallerie, mette in scena dialoghi mirati o focus monografici, mentre Present Future e Back to the Future si confermano le sezioni più identitarie: la prima, dedicata agli artisti emergenti, curata da Léon Kruijswijk e Joël Valabrega, la seconda, affidata a Jacopo Crivelli Visconti e Heike Munder, restituisce luce a figure storiche del dopoguerra che hanno contribuito a ridefinire i linguaggi contemporanei. Disegni, a cura di Irina Zucca Alessandrelli, esplora invece il medium grafico come strumento concettuale e campo di sperimentazione. E Art Spaces & Editions dà voce a spazi non profit, collettivi e editori d’arte indipendenti.
La riduzione selettiva del numero di gallerie, 13 in meno rispetto alla passata edizione, e la crescita dei solo show segnano la volontà di privilegiare la coerenza curatoriale e la profondità di ricerca rispetto all’espansione numerica.
Particolarmente significativa la presenza delle gallerie provenienti dal Nord e dall’Est Europa (Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Croazia) a conferma di una crescente attenzione verso scene emergenti e territori di confine. Accanto a loro, i solidi nuclei di gallerie tedesche, svizzere, austriache, francesi e britanniche, oltre a un’apertura sempre più ampia al Sudamerica e all’Asia, con arrivi da Messico, Argentina, Brasile, Corea e Giappone. Una rete resa possibile anche grazie alla collaborazione con istituzioni pubbliche e ambasciate che riconoscono in Artissima una piattaforma internazionale di scambio culturale. Tra le italiane Alfonso Artiaco, Galleria Continua, Lia Rumma, Tornabuoni, Franco Noero e Raffaella Cortese, presente quest’ultima con un dialogo tra generazioni e linguaggi riunisce Francesco Arena, Yael Bartana, Monica Bonvicini, Gabrielle Goliath, Roni Horn, Kimsooja, Anna Maria Maiolino e Marcello Maloberti, le cui opere innescano una riflessione sul corpo, sulla memoria e sulle forme della convivenza.
Quest’anno ricorrono due 25mi anniversari simbolici: quello del Premio illy Present Future, punto di accesso privilegiato per i giovani artisti nel sistema dell’arte, e quello della Fondazione Crt per l’Arte Moderna e Contemporanea, che rinnova il proprio impegno aumentando a 300mila euro il budget destinato all’acquisto di opere per Gam e Castello di Rivoli, lo stanziamento più alto degli ultimi anni.
A completare il programma, 13 premi e 15 progetti speciali dentro e fuori l’Oval, tra cui anonymous art project, il programma filantropico dell’imprenditore giapponese Hiroyuki Maki; The Back Studio, progetto di Eugenio Rossi e Yaazd Contractor con componenti spaziali trasformate in sculture; Artissima Junior, affidato quest’anno a Stefano Arienti; e Made In, che presenta le opere nate dal dialogo tra arte e impresa.
Nel cuore di Torino, le Gallerie d’Italia-Torino ospiteranno la mostra «The screen is a muscle», curata da Luca Lo Pinto.
Tra gli altri partner: Fondazione Compagnia di San Paolo, che sostiene Artissima Digital e il progetto Identity dedicato al dialogo tra arte e letteratura, e naturalmente la Fondazione Crt, che conferma il suo ruolo di motore del sistema torinese. Come ogni anno, anche Allemandi sarà presente in fiera con uno stand dedicato alle sue prestigiose edizioni, con un distaccamento della redazione de «Il Giornale dell’Arte» e con la distribuzione dell’allegato «Vedere a Torino».
Oval Lingotto, via Giacomo Mattè Trucco, 70, To, ven-sab 12-20, dom 11-20, tel. 011/19744106, artissima.it, «Artissima 2025» dal 31 ottobre al 2 novembre (inaugurazione su invito giovedì 30 ottobre)
David Weiss, «Untitled (Frauen)», 1978 (particolare). Courtesy Galerie Oskar Weiss and The Estate of David Weiss. Photo © Jason Klimatsas