Fino al 4 maggio nel Museo di Arte Cicladica di Atene, l’archeologia va in mostra con temi che abbracciano la contemporaneità con «Kykladitisses: storie non raccontate di donne nelle Cicladi», con 150 manufatti dalla preistoria al periodo post-bizantino, selezionati per raccontare la storia delle isole attraverso la prospettiva delle sue abitanti. Il percorso, suddiviso in dodici sezioni e allestito nella villa Stathatos, la sede dedicata alle mostre temporanee collegata internamente all’edificio principale del museo, si concentra sull’evoluzione del ruolo della donna nel corso del tempo, analizzando le trasformazioni delle posizioni sociali e in particolare il rapporto tra divinità e maternità.
La rassegna mette in evidenza la partecipazione femminile alle cerimonie religiose, la presenza nella vita pubblica e privata ed esplora i confini dei ruoli femminili all’interno della comunità, offrendo scorci sul processo di emancipazione. Le opere esposte vanno dalla prima preistoria al XVII secolo e provengono dalle collezioni dell’Eforato delle Antichità delle Cicladi e da quelle del Museo d’Arte Cicladica: si tratta in gran parte di reperti che non hanno mai viaggiato al di fuori delle Cicladi o del Museo e che vengono esposte per la prima volta al pubblico.
In un momento in cui le donne continuano a lottare per affermare i propri diritti, a sfidare i ruoli di genere e a smantellare stereotipi di lunga data, questa mostra fa luce sul percorso storico della formazione dell’identità femminile. Curata da Dimitris Athanasoulis, direttore dell’Eforato delle Antichità delle Cicladi, e dai direttori del Museo di Arte Cicladica Panagiotis Iossif, professore all’Università Radboud nei Paesi Bassi, e Ioannis Fappas, professore aggiunto di Archeologia Preistorica all’Università Aristotele di Salonicco, la mostra sarà poi trasferita nel Museo Archeologico di Thera, a Santorini, nel giugno 2025, dove sarà esposta nella stessa forma e visitabile durante tutta l’estate.