Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Uno scatto della serie Valle d’Aosta, 1991, di Gabriele Basilico © Gabriele Basilico/Archivio Gabriele Basilico, Milano

Image

Uno scatto della serie Valle d’Aosta, 1991, di Gabriele Basilico © Gabriele Basilico/Archivio Gabriele Basilico, Milano

Basilico nella Vallée

Nel Museo Archeologico di Aosta architetture, paesaggi e inediti scatti valdostani del fotografo milanese scomparso nel 2013

Image

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

A cinque anni dalla scomparsa di Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013), ogni sua mostra continua a proporre nuovi stimoli, nuovi interrogativi, nuove chiavi di lettura della realtà. Non fa eccezione la rassegna «Gabriele Basilico. La città e il territorio» (catalogo Scalpendi), visibile fino al 23 settembre al Museo Archeologico Regionale.

Curata da Angela Madesani in collaborazione con Giovanna Calvenzi, Archivio Gabriele Basilico e Accademia di Architettura Mendrisio/Usi, la mostra accosta alle famose immagini di architettura e di paesaggi urbani postindustriali, un gruppo nutrito delle fotografie, meno note ma non meno emozionanti, che Basilico dedicò ai paesaggi: paesaggi quasi ovunque antropizzati, i suoi, ma sempre deserti di presenze umane e osservati con lo sguardo duplice dell’architetto, qual era per formazione (laureato in architettura nel 1973, si dedicò però da subito alla fotografia), e di chi è al tempo stesso capace di entrare in profonda empatia con il territorio esplorato attraverso l’occhio fotografico.

Bellissime e inedite le fotografie della Valle d’Aosta (1991): in esse Basilico ha disegnato una sorta di «mappa» della Valle, fotografando le sue trenta strade di accesso attraverso le Alpi, fatte di percorsi scoscesi, di tracciati impervi, di ponti arditi immersi in una natura inospitale, eppure percorsa dall’uomo da millenni.

Il percorso espositivo, che include anche video a lui dedicati, si apre, cronologicamente, con il ciclo famosissimo «Milano Ritratti di fabbriche», 1978-80, ma procede per nuclei tematici, dagli scatti (inediti e a colori, uno nella foto) di Beirut ricostruita, 2011, a quelli di metropoli come Shanghai, Rio, Istanbul, Mosca, a quelli «montani» della Valle d’Aosta e del Gottardo, in Svizzera, fino alle 96 fotografie del ciclo «Sezioni del paesaggio italiano», voluto da Stefano Boeri per la Biennale dell’Architettura (Venezia, 1998) e alle immagini realizzate nel 1984-85 per la francese Mission Photographique de la Datar.

Uno scatto della serie Valle d’Aosta, 1991, di Gabriele Basilico © Gabriele Basilico/Archivio Gabriele Basilico, Milano

Ada Masoero, 14 agosto 2018 | © Riproduzione riservata

Basilico nella Vallée | Ada Masoero

Basilico nella Vallée | Ada Masoero