Le mostre ordinate da Massimiliano Capella nella Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani a Cellatica (Brescia), da lui diretta, nascono sempre intorno ai tesori raccolti da Paolo Zani (1945-2018) in una vita da collezionista e confluiti nella Fondazione intitolata a lui e alla figlia Carolina, scomparsa prematuramente. Tutte opere preziosissime, le sue, con pedigree di alto rango, come l’«Allegoria della Terra» e «Venere nella fucina di Vulcano», entrambe di mano di François Boucher (Parigi 1703-70; Prix de Rome nel 1723), pittore di corte del sovrano francese, la prima appartenuta a Luigi XV stesso, la seconda (il dipinto più grande e ambizioso del pittore francese conservato in Italia) identificata di recente con la prima versione di una tela dello stesso soggetto dipinta da Boucher nel 1747 per la camera da letto del sovrano nel castello di Marly. A provarne la «primogenitura» sono i numerosi pentimenti evidenziati dalle indagini scientifiche condotte sull’opera Zani, le stesse che hanno anche individuato le caratteristiche chimiche del famoso «rosa Pompadour», messo a punto da Boucher per la favorita di Luigi XV mischiando bianco di piombo, vermiglione, parti di lacca rossa carminio e pigmento giallo.
Con i dipinti della collezione Zani, grazie all’accordo con le Gallerie Nazionali di Arte Antica Barberini-Corsini di Roma, dirette da Thomas C. Salomon, dal 14 febbraio al 25 maggio sono esposte nella mostra «Boucher e Fragonard. Alla corte del re. Da Palazzo Barberini a Casa Museo Zani» altre tre opere di Boucher (la seduttiva «Piccola giardiniera» e i paesaggi «Il mattino» e «La sera») e una, «Annette a vent’anni» (1762 ca), del suo allievo più dotato, Jean-Honoré Fragonard (Grasse 1732-Parigi 1806; Prix de Rome 1753), che appartenne al visconte Adolphe du Barry, nipote di Madame du Barry, ultima favorita di Luigi XV. Per finire, la coppia di cigni dorati (1755 ca), acquisiti da Paolo Zani nel 2000 e appartenuti anch’essi a Madame de Pompadour, che li conservava nel suo cabinet de toilette all’Hotel d’Evreux: l’attuale Palazzo dell’Eliseo.