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Un particolare di «Roberte aux barres parallèles» di Pierre Klossowski. Collezione Bilinelli, Milano

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Un particolare di «Roberte aux barres parallèles» di Pierre Klossowski. Collezione Bilinelli, Milano

C’è dell’Eros tra Pop e Banksy al Mart

Le mostre estive del museo, complice Vittorio Sgarbi, spaziano tra temi e protagonisti stimolanti

Camilla Bertoni

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Che cosa succede se si mette insieme l’inno al potere creativo della trasgressione cantato nelle opere di Pierre Klossowski (Parigi, 1905-2001), fratello di Balthus, e la sessualità scandalosa che Carol Rama (Torino 1918-2015) ostentava nei suoi dipinti come incitazione alla liberazione dalle ipocrisie borghesi? E ancora cosa succede se si mettono a confronto le bambole smembrate o dalle parti anatomiche migrate di Hans Bellmer (Katowice, 1902-Parigi, 1905) con l’erotismo allucinato di Pierre Molinier (Ager, 1900-Bordeaux, 1976)? «Arte ed Eros» sono al centro della nuova mostra aperta dall’1 luglio al Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, che sotto la presidenza (e di fatto direzione artistica) del vulcanico Vittorio Sgarbi non smette di sfornare a getto continuo temi e proposte espositive.

Nata da un’idea dello stesso Sgarbi con Massimo Minini, curata da Denis Isaia, con le opere dei quattro protagonisti scelti tra gli autori che la storia dell’arte ha lasciato in disparte, a partire da un nucleo di disegni di Klossowski, affiancherà fino al 9 ottobre la mostra dedicata a «I pittori moderni della realtà» e quella dedicata a Julius Evola, entrambe fino al 18 settembre. Dall’1 luglio al 9 ottobre le sculture di Giuliano Vangi sono poste a colloquio con quelle di Pisano, Donatello, Michelangelo in una mostra curata da Massimo Bertozzi e Daniela Ferrari.

L’offerta espositiva estiva del museo si estende a Trento con altri due appuntamenti: alla Galleria Civica, fino al 2 ottobre, vanno in scena gli «Eccentrici, Apocalittici, Pop. Inferno e delizia dell’arte contemporanea», a cura di Margherita de Pilati, direttrice della Galleria, con Ivan Quaroni, fedele al filone figurativo nelle sue varie declinazioni. Anche e soprattutto irriverenti, come nel caso di Giuseppe Veneziano che con il suo «Ras-Putin» anticipa al 2021 la centralità del personaggio nella scena attuale.

«Ironico e dissacrante» del resto è il filone Pop Surrealismo, fenomeno che si radica nella scena Usa anni ’70 emergendo dal basso che la mostra indaga con una quindicina di artisti italiani, a partire dai dipinti del veronese-statunitense Nicola Verlato e dai lavori multidisciplinari della trentina Laurina Paperina, con i dipinti di Fulvio Di Piazza e Marco Mazzoni o le ceramiche di Massimo Giacon e con alcuni interventi realizzati per il luogo da El Gato Chimney, Giacon, Ozmo e Pao. Nel Palazzo delle Albere di Trento invece, sempre da un’idea di Sgarbi, le pareti sono per Banksy. La mostra, a cura di Stefano Antonelli e Gianluca Marziani e visitabile fino all’11 settembre, promette un Banksy «rigorosamente non commerciale» e trattato come un classico, con le opere più famose ed enigmatiche.

Un particolare di «Roberte aux barres parallèles» di Pierre Klossowski. Collezione Bilinelli, Milano

Camilla Bertoni, 27 luglio 2022 | © Riproduzione riservata

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