Il fervore della temperie culturale di una Castelfranco (Tv) settecentesca rivive fino al 6 aprile attraverso l’articolata mostra «Studiosi e libertini. Il Settecento nella città di Giorgione». Tre sedi, Teatro Accademico, Museo Casa Giorgione e Palazzo Soranzo Novello, accolgono il progetto a cura di Danila Dal Pos che riporta l’attenzione sui protagonisti dell’epoca (perlopiù d’origine castellana) intrecciando il dibattito intellettuale (che interessa matematica, fisica, ingegneria e idraulica, musica, astronomia, medicina, ottica, architettura, arte), le mode e il gusto (anche negli arredi) in un momento storico che di poco precede la caduta della Serenissima, avvenuta nel 1797.
I nomi ricorrenti nella compagine di una Castelfranco allora intenta ad affermare la propria autonomia anche culturale dalla vicina Treviso sono quelli di Jacopo Riccati (1676-1754), dedito agli studi di matematica, geometria, fisica e ottica, dei figli Vincenzo, Giordano e Francesco, di Giovanni Rizzetti (1675-1751), studioso di architettura e ingegneria, e soprattutto di Francesco Maria Preti (1701-74), di cui lo scorso dicembre si sono celebrati i 250 anni dalla morte e che proprio da Rizzetti viene introdotto alla pratica architettonica.
È l’ingresso del Teatro Accademico cittadino, disegnato dal Preti ed edificato a partire dal 1754, a fare da scenario alla sezione a lui dedicata dando nuova evidenza e rivalutazione a una figura sinora trascurata. Il suo è «il primo teatro all’italiana “emeronizio”, con logge laterali che illuminano di luce naturale l’interno, destinato ad attività accademiche e spettacoli, sia diurni che notturni» (come si specifica nel catalogo, Antiga 2025). Accanto a questo, tra gli altri, i progetti per il Duomo di Castelfranco, in cui Preti applica la Media Proporzionale Armonica e la relazione tra matematica, architettura e musica, Villa Pisani a Stra, commissionata a Girolamo Frigimelica che ne realizza in realtà solo alcune parti, incluso il celebre labirinto, l’Ospedale presso San Giacomo, sempre a Castelfranco.
A Casa Giorgione si avvicendano diverse aree dedicate al tema del colore (quello del Giorgione, ma anche le leggere coloriture e patine del Canova, le teorie di Giovanni Rizzetti in opposizione a quelle di Newton), un focus sull’organizzazione del sistema postale d’allora, la discussione sul teatro, il collezionismo.
Da ultimo Palazzo Soranzo Novello offre uno scorcio sul quotidiano: dai complementi da tavola agli arredi, dallo studio dell’architetto al boudoir con i suoi complementi, la moda maschile (con le sottomarsine e i tessuti Bevilacqua) la sala da musica senza dimenticare il rito mondano del gioco.