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Così il comune amico Keith Haring definì i circa 160 dipinti che i due artisti realizzarono insieme tra il 1984 e il 1985: un’ottantina è ora esposta sempre sotto la regia del gallerista Bruno Bischofberger
- Luana De Micco
- 04 aprile 2023
- 00’minuti di lettura


«OP OP» (1984-85) di Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol. © The Estate of Jean-Michel Basquiat. Licensed by Artestar, New York © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. Licensed by Adagp, Parigi 2023
Conversazioni a quattro mani Basquiat-Warhol
Così il comune amico Keith Haring definì i circa 160 dipinti che i due artisti realizzarono insieme tra il 1984 e il 1985: un’ottantina è ora esposta sempre sotto la regia del gallerista Bruno Bischofberger
- Luana De Micco
- 04 aprile 2023
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoli«Era Andy a iniziare la maggior parte delle nostre pitture. Vi includeva qualcosa di estremamente riconoscibile, come il logo di una marca, e poi io intervenivo per sfiguralo. Quindi cercavo di convincerlo a tornare, volevo che dipingesse ancora». «Prima disegno, poi dipingo come Jean-Michel. Penso che le pitture che realizziamo insieme sono migliori quando non si sa chi ha fatto cosa». Così Jean-Michel Basquiat (1960-88) e Andy Warhol (1928-87) parlavano del lavoro svolto a quattro mani per un breve lasso di tempo, tra il 1984 e il 1985, ma che fu molto fruttuoso, dando la luce a circa 160 tele.
Una «conversazione non tramite le parole, ma la pittura», come disse l’artista (e amico dei due) Keith Haring. A questa collaborazione la Fondation Louis Vuitton (che già nel 2018 aveva presentato una retrospettiva su Basquiat, accogliendo circa 700mila visitatori) dedica ora una grande mostra, «Basquiat x Warhol. A quattro mani», presentata dal 5 aprile al 28 agosto. Sono riunite più di 300 opere, tra cui un’ottantina di tele cofirmate dai due artisti.
All’epoca, il giovane e impetuoso Jean-Michel Basquiat era considerato un fenomeno emergente del mondo dell’arte. Andy Warhol era il re della Pop art e l’idolo di Basquiat. La collaborazione, a cui in un primo tempo partecipò anche Francesco Clemente, artista napoletano (nato nel 1952), esponente della Transavanguardia italiana, fu un’idea del gallerista svizzero Bruno Bischofberger, ora «consigliere speciale» per la mostra.
Nelle tele comuni, spesso monumentali, «si incrociano due estetiche, quella impulsiva e diretta della rabbia critica e mirata di Basquiat, quella irrisolvibile e ambigua di Warhol, un’estetica della distanza, fino all’indifferenza, non priva d’ironia, osserva Suzanne Pagé, direttrice artistica della Fondation Vuitton. Tuttavia, un mondo comune fatto di drammi, violenze della polizia, comunicazioni di massa, consumo e immaginario pop costituisce la base del dialogo tra i due artisti».

«OP OP» (1984-85) di Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol. © The Estate of Jean-Michel Basquiat. Licensed by Artestar, New York © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. Licensed by Adagp, Parigi 2023