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Cristina Mittermeier, «Kenya», 2025

© Cristina Mittermeier

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Cristina Mittermeier, «Kenya», 2025

© Cristina Mittermeier

Cristina Mittermeier e la «saggezza» del pianeta

Dopo il successo di Torino e Palermo, la fotografa messicana, attivista conservazionista, è alle Gallerie d’Italia-Vicenza con 90 scatti

La fotografia è un atto politico dei più potenti e liberi, sempre. La messicana Cristina Goettsch Mittermeier ne fa uso per le sue istanze ambientaliste, o meglio, conservazioniste. Biologa marina, nata Cristina Sofía Goettsch Cabello a Città del Messico il 26 novembre 1966, fotografa da oltre trent’anni paesaggi subacquei e terrestri, popolazioni arcaiche, instillando negli occhi di chi guarda meraviglia e consapevolezza della loro fragilità esistenziale. Dal 3 ottobre al 15 febbraio 2026 le Gallerie d’Italia- Vicenza la omaggiano con la mostra «Cristina Mittermeier. La grande saggezza», a cura di Lauren Johnston e in collaborazione con «National Geographic». L’esposizione fa seguito alla prima retrospettiva europea dell’artista, quella delle Gallerie d’Italia-Torino e alla presentazione palermitana. I circa 90 scatti in mostra sono arricchiti di nuove immagini rispetto a questi appuntamenti. 

Tema dorsale dell’esposizione è quello dell’«enoughness» (intraducibile sostantivo anglosassone dell’avverbio «abbastanza»), altra parola per indicare un vivere sostenibile e consapevole in relazione all’ecosistema terrestre e alle sue declinazioni: i mondi sottomarino, terrestre e quello delle comunità umane che ancora vivono simbioticamente rispetto alla natura. A queste ultime «Mitty» (il soprannome che affettuosamente le è tributato) dedica tanta parte della sua ricerca, affascinata dalla loro comprensione profonda del delicatissimo equilibrio che sostiene il nostro ecosistema planetario. I suoi, sono scatti pacificanti, non privi talvolta di una certa leggera ironia: che siano in bianco e nero o a colori, subacquei o artici, sintonizzano la mente in una dimensione di beatitudine e coscienza della ricchezza che il pianeta ci dona per il solo fatto di averlo come casa. Nelle parole di Michele Coppola, executive director arte cultura e beni storici di Intesa Sanpaolo, «Cristina Mittermeier cattura nei suoi scatti momenti del pianeta di straordinaria bellezza che emozionano, suscitano meraviglia e ci invitano a riflettere sul rapporto con la natura. Anche in questo nuovo progetto le Gallerie d’Italia raccontano il presente con la forza positiva della fotografia, capace di coinvolgere e parlare a tanti pubblici, confermando l’importante ruolo sociale che ha un museo attuale, vivo e aperto». 

Cristina Mittermeier sceglie di adottare nella sua ricerca fotografica un approccio sistemico, improntato al fatto che ogni essere vivente è interconnesso agli altri. Gli esseri umani non sono creature isolate, è questa la «grande saggezza», proveniente anche dalle culture ancestrali, che deve animarne le scelte. La fotografa lotta con i suoi scatti per un utilizzo intelligente delle risorse limitate della Terra, aspetto che con sempre maggiore urgenza si pone anche agli occhi dell’opinione pubblica. Le sta particolarmente a cuore la salute degli oceani, l’elemento che, più velocemente di altri, ha un impatto diretto sul clima. Fondatrice nel 2005 dell’International League of Conservation Photographers, più recentemente ha dato vita con il compagno, il fotografo conservazionista canadese Paul Nicklen, all’associazione SeaLegacy, nata nel 2014 grazie alla collaborazione tra fotografi, registi e scrittori di fama internazionale, impegnati da decenni a sensibilizzare la società nei confronti della difesa degli oceani, dalla cui salvaguardia dipende la vita sulla Terra. Di questa associazione «Mitty» è anche presidente. Nel corso della sua carriera, è stata destinataria di numerosi premi e riconoscimenti. Solo per citarne un paio: nel 2024 è stata tra gli esploratori del «National Geographic» premiati con un National News & Documentary Emmy Award per il suo lavoro fotografico in «The Last Ice», film di Enric Sala sul popolo inuit e gli impatti del cambiamento climatico nell’Artico. Nel 2025 ha ricevuto un secondo Emmy, condiviso con il compagno, per il documentario «Photographer», diretto da Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin. «Le Gallerie d’Italia continuano ad appassionare i visitatori con una proposta espositiva di straordinaria varietà, apertura e valore, frutto del lavoro con importanti artisti e curatori, insieme a prestigiosi partner nazionali e internazionali. Il programma autunnale conferma la concretezza, la coerenza e la completezza dell’impegno in cultura della principale banca del Paese. Non mancheranno riflessioni sui temi dell’attualità, grazie a eccezionali interpreti della fotografia contemporanea, continuando a lavorare sul nostro Archivio Publifoto. Le Gallerie d’Italia sono luoghi vivi, aperti alle comunità, e interlocutori di riferimento nella valorizzazione del prezioso patrimonio artistico e culturale del Paese, al pari delle più grandi realtà europee», conclude Michele Coppola relativamente al ciclo di mostre in avvio questo autunno 2025.

Teresa Scarale, 30 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

Cristina Mittermeier e la «saggezza» del pianeta | Teresa Scarale

Cristina Mittermeier e la «saggezza» del pianeta | Teresa Scarale