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«The Guilt of Gold Teeth» (1982) di Jean-Michel Basquiat (particolare), Nahmad Collection. © Estate of Jean-Michel Basquiat. Licensed by Artestar, New York/2022, ProLitteris, Zurigo. Foto Annik Wetter

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«The Guilt of Gold Teeth» (1982) di Jean-Michel Basquiat (particolare), Nahmad Collection. © Estate of Jean-Michel Basquiat. Licensed by Artestar, New York/2022, ProLitteris, Zurigo. Foto Annik Wetter

Da Mazzoli SAMO© diventò Basquiat

Eccezionalmente riuniti alla Fondation Beyeler gli otto monumentali «Modena Paintings» dispersi in collezioni private

Luana De Micco

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Quando Jean-Michel Basquiat (1960-88) arrivò a Modena nel 1981, a 21 anni, era un giovane artista emergente il cui idolo era Andy Warhol. Era prima che la fama lo travolgesse di lì a poco. Basquiat trascorse nella città emiliana diverse settimane su invito di Emilio Mazzoli, gallerista che lavorava con Sandro Chia, Francesco Clemente e Mimmo Paladino, e che era stato attratto dai lavori del giovane artista haitiano-americano, che dipingeva a larghe pennellate combinando la vernice spray e l’acrilico.

Basquiat era stato scoperto pochi mesi prima alla mostra collettiva «New York/New Wawe» del PS1 di New York (oggi MoMA PS1), curata da Diego Cortez e dedicata alla cultura underground. Nel maggio di quell’anno Basquiat tenne dunque a Modena la sua prima personale in Europa, ancora sotto il nome d’arte SAMO©.

Ritornò in Emilia anche l’anno successivo, nel 1982, sempre su invito di Mazzoli, che gli aveva proposto di allestire una seconda mostra con opere inedite firmate, questa volta, con il suo vero nome. Nello studio messo a disposizione del gallerista, Basquiat dipinse otto opere monumentali, di 2x4 m, riprendendo anche alcune tele vergini lasciate sul posto da Mario Schifano.

Sul retro annotò il nome del luogo: «Modena». Ma i disaccordi tra Mazzoli e la gallerista newyorkese Annina Nosei, che negli Stati Uniti rappresentava Basquiat, nel frattempo diventato una star, mandarono a monte la mostra. Le tele, che lo stesso artista considerava come un nucleo unitario, vennero vendute separatamente e disperse. Oggi appartengono tutte a collezioni private diverse.

Dall’11 giugno al 27 agosto
vengono riunite per la prima volta nella Fondation Beyeler in occasione della mostra «Basquiat. The Modena Paintings», curata da Sam Keller, direttore del museo. Un’occasione rara, anche perché alcune di queste opere vengono mostrate di rado. Il loro valore sul mercato da allora è esploso: «The Guilt of Gold Teeth», uno degli otto «Modena Paintings», è stato venduto in asta da Christie’s nel 2021 per poco più di 42 milioni di dollari.

«The Guilt of Gold Teeth» (1982) di Jean-Michel Basquiat (particolare), Nahmad Collection. © Estate of Jean-Michel Basquiat. Licensed by Artestar, New York/2022, ProLitteris, Zurigo. Foto Annik Wetter

Luana De Micco, 09 giugno 2023 | © Riproduzione riservata

Da Mazzoli SAMO© diventò Basquiat | Luana De Micco

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