«Per necessità di rappresentazione» (dal 24 maggio sino al 6 settembre), mostra collettiva di Igor Grubić, Shadi Harouni e Jiajia Zhang alla Galleria Tiziana Di Caro, è il primo appuntamento di «Qui, dove ci incontriamo», progetto nato nel 2019 per favorire scambi di opere, persone e idee da una città all’altra e che, per l’occasione, vede coinvolte la Galleria Tiziana Di Caro, Federica Schiavo Gallery e Laveronica. I lavori esposti rinviano alla dimensione contraddittoria e spaesante del nostro tempo presente.
Con «Between the Acts», Jiajia Zhang (Anhui, Cina, 1981) propone un montaggio di video tratti da Youtube, in cui a momenti spensierati si alternano drammi e catastrofi. Dell’artista anche due fotografie: «Rose» (2023), che gioca sull’impossibilità di distinguere tra naturale e artificiale, e «Switch» (2023), in cui un interruttore sembrerebbe poter regolare anche l’«on-off» dell’umore. La serie fotografica di Shadi Harouni (Hamedan, Iran, 1985), «An Incomplete Timeline of Sorrow and Uspiring», è, invece, un omaggio alla lotta delle donne contro l’oppressione, innescata dall’omicidio della giovane curda Mahsa Amini.
Le braccia dell’artista che fuoriescono da piccole aperture sottolineano i simboli della rivolta così come due dita alzate in segno di vittoria, un mattone di cemento con uno slogan sovversivo, un palmo che regge una lunga treccia di capelli e l’immagine di una madre, Dayeh Sharifeh, che mostra la frase in curdo «Resistenza è vita». Igor Grubić (Zagabria, 1969) presenta, infine, una serie di cinque fotografie intitolata «The End...or is it?» (2021). Mescolando realtà e finzione, l’artista modifica in ottica filmica un dettaglio della gouache settecentesca di Giovanni Battista Lusieri, «Il Golfo di Napoli con il Vesuvio e il Somma», e aggiunge, in corrispondenza del Vesuvio, la scritta «The End» all’interno delle stelle a semicerchio, citazione della celebre casa di produzione cinematografica Paramount.