Da 170 anni senza interruzioni, generazione dopo generazione, la famiglia Gasparoli si prende cura e restaura edifici storici, antiche chiese, dimore private, monumenti. Fondata a Gallarate nel 1874, la Gasparoli è un’eccellenza riconosciuta nell’ambito del restauro, della conservazione e della manutenzione dell’edilizia storica e monumentale, com’è provato dagli edifici su cui è intervenuta: a Milano, tra gli altri, la Galleria Vittorio Emanuele II, il Duomo, il Cenacolo Vinciano, le Basiliche di Sant’Ambrogio e di San Lorenzo Maggiore, giù per i secoli fino alla Torre Velasca, e fuori Milano, tra gli altri cantieri, quello della gigantesca Villa Reale a Monza e a Torino quelli della Mole Antonelliana e delle Gallerie d’Italia.
Per festeggiare questo traguardo, nello scorso marzo, la storica dell’Architettura Ornella Selvafolta ha tenuto una lectio magistralis al Palazzo dei Giureconsulti di Milano (un altro edificio storico restaurato da Gasparoli); nello scorso maggio, al museo MA*GA di Gallarate dove la Gasparoli ha sede, l’architetto Michele De Lucchi ha tenuto una conversazione sull’architettura contemporanea, «tra conservazione e trasformazione», mentre, per chiudere le celebrazioni, dal 16 ottobre 30 novembre, la mostra «Restauri a Milano. Dalla basilica di Sant’ Ambrogio alla Torre Velasca. 170 anni di storia della famiglia Gasparoli», alla Galleria San Fedele narra alcuni dei loro più significativi interventi, nella sola Milano, attraverso gli scatti di Marco Introini (1968).
Oltre agli edifici monumentali citati, nelle immagini del fotografo e architetto, docente al Politecnico milanese, sfilano la cinquecentesca Chiesa di San Fedele, progettata da Pellegrino Tibaldi (la parrocchia del Manzoni), di cui la Galleria San Fedele è una storica emanazione, edifici dell’800 come Palazzo Bagatti Valsecchi, Palazzo Turati, Palazzo Tarsis, del primo ’900, come Palazzo Broggi, l’ex Palazzo Unicredit in piazza Cordusio, la Stazione Centrale, ed edifici simbolo dell’architettura milanese come la Ca’ Brutta, passo d’esordio di Giovanni Muzio, e la citata Torre Velasca dei Bbpr. Cui si aggiungono l’Arco della Pace, di fondazione napoleonica (prima pietra: 1807), poi ripreso dagli Austriaci, e il neoclassico Arco di Porta Ticinese (1802-14), progettato nelle forme attuali da Luigi Cagnola. Una documentazione dei restauri operati dai Gasparoli che, al di là della qualità estetica delle immagini, diventa anche una preziosa testimonianza della migliore architettura milanese lungo i secoli.