«Interno con Aline» (1881) di Paul Gauguin

© Sheffield Museum Trust

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«Interno con Aline» (1881) di Paul Gauguin

© Sheffield Museum Trust

Gauguin errabondo e impareggiabile

Dopo oltre sessant’anni il pittore francese torna al Kunstforum di Vienna con una mostra che tiene conto anche degli attuali dibattiti su colonialismo, discriminazione e sessismo  

È la prima volta dal 1960, dall’ultima grande mostra curata dal Belvedere, che in Austria si svolge una retrospettiva dedicata a Paul Gauguin. L’approccio che ha scelto il Kunstforum è quello di un’indagine a tutto campo sull’artista francese, che tenga conto anche degli attuali dibattiti su colonialismo, discriminazione e sessismo, anche se, rimarca la direttrice Ingried Brugger: «Non si può ridurre il ruolo di Gauguin a quello di uno sfruttatore colonialista, anche se trasse vantaggi dalla sua posizione di uomo bianco. Per noi è un personaggio storico, di un’epoca diversa». La prospettiva è dunque quella odierna, con tutti i se di fronte all’uomo dalla vita strettamente intrecciata a popolazioni esotiche attraverso un incontrovertibile rapporto one up-one down. 

Quella dell’artista parigino fu una vita errabonda e avventurosa che può essere paradigmatica di un certo tipo di situazioni sociopolitiche e culturali di quel tempo. Ma al netto delle doverose considerazioni odierne, nulla si può togliere alla contemplazione dei suoi esiti artistici, perché «l’arte di Gauguin è impareggiabile» prosegue Brugger. Un determinante motivo, questo, che è stato alla base di un progetto perseguito con decisione dal pur piccolo Kunstforum, nonostante numerosi ostacoli organizzativi: «Si tratta di un artista le cui opere vengono raramente prestate. Noi però abbiamo raccolto la sfida e nonostante i costi stellari, grazie anche al sostegno di diversi sponsor siamo riusciti a realizzare una mostra con oltre 80 opere da svariate istituzioni internazionali, che spaziano dalla pittura alla grafica, alla scultura». 

Nato nel turbolento anno 1848, nell’èra del controverso regno di Napoleone III, e morto nel 1903, Gauguin abbracciò tardi la carriera di artista ma riuscì a percorrere i fermenti della seconda metà dell’Ottocento alla ricerca sia di un nuovo linguaggio espressivo sia dell’arte come astrazione. I suoi sforzi non vennero tuttavia mai davvero riconosciuti in vita, mentre oggi sono indiscussi il suo ruolo di primo piano, il suo essere stato un apripista per il Primitivismo e l’aver influenzato artisti come Picasso o Matisse. La selezione delle opere esposte dal 3 ottobre al 19 gennaio 2025 col titolo «Gauguin inaspettato» è curata da Evelyn Benesch: soprattutto dipinti, fra cui spiccano «Interno con Aline» (1881, collezione privata); «Paesaggio montuoso a Tahiti» (1891, Minneapolis Institute of Art); «Giovane uomo con fiore» (1891, collezione privata); «Taitiane che fanno il bagno» (1892, Met di New York); «La fuga» (1902, Narodni Galerie di Praga); «Faa Iheihe» (1898, Tate London) e «Paesaggio con cavallo» (1899, St Louis Art Museum).

La mostra include anche alcune sculture e un copioso corpus di litografie, fra l’altro dal gruppo «Noa Noa» (1893-94) e dalla «Suite Vollard» (1898, da una collezione privata). 

Flavia Foradini, 01 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Gauguin errabondo e impareggiabile | Flavia Foradini

Gauguin errabondo e impareggiabile | Flavia Foradini