La fotografia scelta come immagine-guida dell’antologica «Martin Munkácsi. Think While You Shoot» presentata a Brescia da Paci Contemporary dal 30 novembre al 30 marzo 2025, mostra una giovane donna tonica e sportiva (la regista, nonché fotografa, Leni Riefenstahl) che, lucida di crema protettiva, scia spericolatamente in costume da bagno: uno scatto esemplare di questo maestro della fotografia, nato in Ungheria nel 1896, poi stabilitosi a Berlino nel 1927 e di lì, nel 1934, poiché era di origini ebraiche, riparato negli Stati Uniti.
Fra i fotografi più famosi del ’900, figura di riferimento per autori più giovani come Richard Avedon («siamo tutti dei piccoli Munkácsi») o Henri Cartier-Bresson, che come lui puntava, nelle sue immagini, a cogliere l’attimo, Martin Munkácsi (1896-1963) si formò a Berlino, a contatto con figure di primo piano come László Moholy-Nagy, esponente del Bauhaus, ed Ernő Friedmann, poi famoso con il nome di Robert Capa, ungheresi come lui. Da giovane fotoreporter si specializzò in eventi sportivi (il primo, nel 1927, fu una corsa automobilistica) e divenne presto famoso lavorando per le numerose, diffusissime riviste illustrate tedesche del tempo.
Le sue immagini, che fossero fotografie di strada o ritratti di personaggi celebri, seducevano il pubblico per quel dinamismo e quel culto della velocità (di segno futurista) che era proprio del mondo moderno e che lui rendeva avvalendosi di uno stile libero da ogni vincolo ma tutt’altro che spontaneo e incontrollato. Non solo, infatti, il suo motto era quel «Think While You Shoot» che figura nel titolo ma, come notava Walter Guadagnini, Munkacsi si avvaleva nelle sue fotografie di modi e stilemi sperimentati dalle avanguardie degli anni ’20, come «la ripresa dall’alto e la trasformazione dell’immagine reale in un gioco di forme ai limiti dell’astrazione». Modelli alti, che lui traduceva però in un linguaggio accessibile a tutti.
Poiché sin dal 1930 pubblicava con successo su «Harper’s Bazaar» le sue fotografie così innovative, informali e cariche di vitalità, quando giunse a New York, in fuga dal nazismo, poté contare su un contratto offertogli da Carmel Snow, geniale direttrice della rivista (fu lei a dare il primo lavoro a un giovane e spaesato Andy Warhol, aspirante pubblicitario, impietosita dallo scarafaggio che uscì dalla cartella dei suoi disegni. Non se ne sarebbe pentita). Di qui, la duratura fortuna di Munkácsi come fotografo di moda.
Nella mostra di Paci Contemporary, pensata espressamente per lo spazio di Borgo Wührer e organizzata con la galleria Howard Greenberg di New York e l’Estate Martin Munkácsi (Ny), figurano un’ottantina di sue famosissime immagini, il che ne fa una delle più ricche e importanti antologiche mai viste in Europa. A commento, Dario Cimorelli Editore pubblica un volume con un’introduzione di Howard Greenberg e testi critici di Andrea Tinterri e Karoly Kinces.