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Thaddaeus Ropac, nella galleria di Salisburgo, mette in dialogo due delle maggiori serie realizzate dall’artista austriaco tra il 1983 e il 1992
- Redazione
- 17 gennaio 2025
- 00’minuti di lettura


Arnulf Rainer, «Senza titolo», 1989 ca
Gli strati di Rainer fanno rivivere Goya
Thaddaeus Ropac, nella galleria di Salisburgo, mette in dialogo due delle maggiori serie realizzate dall’artista austriaco tra il 1983 e il 1992
- Redazione
- 17 gennaio 2025
- 00’minuti di lettura
Redazione
Leggi i suoi articoliIn occasione del 95mo compleanno di Arnulf Rainer (Baden bei Wien, 1929), la galleria Thaddaeus Ropac inaugura il 25 gennaio (e fino al 5 aprile), nella sede di Salisburgo, la mostra «Landschaften-Goya. 1983-1992» in cui sono riunite le due serie più celebri dell’artista austriaco: «Goya» e «Paesaggi», entrambe realizzate tra il 1983 e il 1992.
Nella prima serie, Rainer rende omaggio al pittore spagnolo (Fuendetodos, 1746- Bordeaux, 1828) reinterpretandone i dipinti attraverso una sovradipintura espressiva. «La pittura [...] aiuta Rainer a trasformare la composizione in uno stato fisico diverso», scrive a tal proposito lo storico dell’arte e curatore tedesco Helmut Friedel (1946). Basate su ingrandimenti fotografici dei ritratti di Goya, le rappresentazioni di Rainer da un lato adottano il contrasto netto e la qualità grezza delle xilografie espressioniste, dall’altro richiamano i movimenti postmoderni, e in particolare la Pop Art, in cui talvolta le immagini risultano frammentate in puntini.
I «Paesaggi» combinano la sua gestualità con rappresentazioni della natura, esplorata come mezzo per trasmettere le condizioni interiori, fluttuando tra astrazione e figurazione. I dipinti di paesaggi del XVIII e XIX secolo fungono da substrato di questa serie, e risplendono attraverso un’applicazione multistrato di vernice, a volte diluita, gocciolante e fluida, a volte in densi tratti singoli, spesso applicati pesantemente fino a danneggiare il supporto. «Gli strati trasparenti permettono di leggere i livelli di pittura più profondi. Questo crea un mondo incantevole di segreti e radiosa leggerezza», prosegue Friedel. Gli elementi, come le colline, gli alberi o i corsi d’acqua, rimangono riconoscibili, ma vengono frammentati e collocati in contesti nuovi.