In occasione del 95mo compleanno di Arnulf Rainer (Baden bei Wien, 1929), la galleria Thaddaeus Ropac inaugura il 25 gennaio (e fino al 5 aprile), nella sede di Salisburgo, la mostra «Landschaften-Goya. 1983-1992» in cui sono riunite le due serie più celebri dell’artista austriaco: «Goya» e «Paesaggi», entrambe realizzate tra il 1983 e il 1992.
Nella prima serie, Rainer rende omaggio al pittore spagnolo (Fuendetodos, 1746- Bordeaux, 1828) reinterpretandone i dipinti attraverso una sovradipintura espressiva. «La pittura [...] aiuta Rainer a trasformare la composizione in uno stato fisico diverso», scrive a tal proposito lo storico dell’arte e curatore tedesco Helmut Friedel (1946). Basate su ingrandimenti fotografici dei ritratti di Goya, le rappresentazioni di Rainer da un lato adottano il contrasto netto e la qualità grezza delle xilografie espressioniste, dall’altro richiamano i movimenti postmoderni, e in particolare la Pop Art, in cui talvolta le immagini risultano frammentate in puntini.
I «Paesaggi» combinano la sua gestualità con rappresentazioni della natura, esplorata come mezzo per trasmettere le condizioni interiori, fluttuando tra astrazione e figurazione. I dipinti di paesaggi del XVIII e XIX secolo fungono da substrato di questa serie, e risplendono attraverso un’applicazione multistrato di vernice, a volte diluita, gocciolante e fluida, a volte in densi tratti singoli, spesso applicati pesantemente fino a danneggiare il supporto. «Gli strati trasparenti permettono di leggere i livelli di pittura più profondi. Questo crea un mondo incantevole di segreti e radiosa leggerezza», prosegue Friedel. Gli elementi, come le colline, gli alberi o i corsi d’acqua, rimangono riconoscibili, ma vengono frammentati e collocati in contesti nuovi.