Dopo il successo della mostra di apertura delle celebrazioni del 250mo anniversario della nascita dell’artista nazionale Caspar David Friedrich (1774-1840) alla Hamburger Kunsthalle, è la volta dell’Alte Nationalgalerie di Berlino, che dal 19 aprile al 4 agosto ospita «Caspar David Friedrich. Paesaggi infiniti».
La mostra nasce dalla collaborazione dell’Alte Nationalgalerie con il Kupferstichkabinett per dare vita alla più importante delle rassegne previste per l’anno di festeggiamenti: circa 60 dipinti e 50 disegni provenienti dalle loro collezioni e da musei tedeschi e non illustrano la parte più famosa della produzione del massimo pittore romantico tedesco. Opere come il «Mare di ghiaccio» (1824), le «Scogliere di gesso a Rügen» (1819), il «Monaco in riva al mare» (1810) e «Un uomo e una donna che contemplano la luna» (1824) non sono solo tra le più celebri del pittore di Greifswald, ma costituiscono anche una pietra miliare nella storia delle acquisizioni e delle presentazioni pubbliche nella capitale prussiana ancorché della Nazione riunificata.
Friedrich, scomparso nel 1840, cadde quasi subito nell’oblio durante la seconda metà del XIX secolo e soltanto nel 1906 fu premura dell’allora Nationalgalerie riportarne alla luce il genio con la leggendaria «Mostra del Secolo Tedesco», ricca di 93 disegni e dipinti in un’epoca in cui il commercio delle opere e il loro destino non era sviluppato come oggi. Grazie a questo fondamentale capitolo della storia della sua fortuna post mortem Friedrich venne assurto al titolo di artista-gloria nazionale alla pari dell’immortale Dürer, iniziando a essere celebrato come un eccezionale pittore di luce e atmosfere e addirittura pioniere del Modernismo. La storia di questa riscoperta della sua pittura, del processo di lavoro e della sua tecnica pittorica sono al centro della mostra di Berlino.