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Dalle collezioni del Kunsthistorisches Museum spiccano capolavori di Tiziano, Tintoretto, Veronese e Canaletto, ma anche armature del tempo preziosamente istoriate, e manufatti artistici
- Flavia Foradini
- 18 giugno 2024
- 00’minuti di lettura


«Giuditta con la testa di Oloferne” (1582 ca) di Paolo Veronese (particolare)
© Khm-Museumsverband
I colori della Serenissima a Salisburgo
Dalle collezioni del Kunsthistorisches Museum spiccano capolavori di Tiziano, Tintoretto, Veronese e Canaletto, ma anche armature del tempo preziosamente istoriate, e manufatti artistici
- Flavia Foradini
- 18 giugno 2024
- 00’minuti di lettura
Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliÈ la prima volta che il Kunsthistorisches Museum è ospite del DomQuartier Salzburg nella Residenzgalerie con una mostra. Voluta dalla nuova direttrice dell’istituzione salisburghese, Andrea Stockhammer, e curata da Çigdem Özel, dal 21 giugno al 6 gennaio 2025 «I colori della Serenissima. Capolavori veneziani da Tiziano a Canaletto» celebra le intense relazioni commerciali ma soprattutto culturali tra Venezia e Salisburgo: «Fu tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo che l’arcivescovo Wolf Dietrich von Reitenau introdusse nella città alpina il flair della Serenissima, grazie alla sua predilezione fra l’altro per la pittura di Jacopo da Bassano, i disegni di Veronese e Palma il Giovane, come provano i riscontri nella sua vasta collezione», sottolinea la curatrice.
Con una sessantina di opere quasi completamente dal Khm, la mostra (la prima a Salisburgo su questo tema), illumina diversi aspetti della città lagunare: «La nostra selezione comprende ritratti di eleganti e facoltosi cittadini, che lasciano trasparire la consapevolezza della potenza di Venezia; suggestivi paesaggi; esempi di pittura sacra, ma anche manufatti di arti applicate, che testimoniano di commerci fiorenti di spezie come di tappeti e pigmenti, vetri e libri a stampa». Dalle collezioni del Khm spiccano in particolare capolavori di Tiziano, Tintoretto, Veronese e Canaletto, ma anche armature del tempo preziosamente istoriate, e manufatti artistici: «L’opera cardine della mostra è il capolavoro “Giuditta con la testa di Oloferne” di Paolo Veronese, nella versione realizzata attorno al 1582 e conservata a Vienna. Il dipinto mostra un’elegante giovane che, incarnando l’ideale di bellezza della Venezia dell’epoca, magnetizza lo sguardo degli osservatori e dà prova del virtuosismo del pittore nel raffigurare raffinati contrasti. È una versione più piccola (111,5x99,8 cm) di quella genovese, e mostra un close-up dei protagonisti, con forte focus su Giuditta e con visibile solo la testa di Oloferne», spiega Çigdem Özel.