La giacca di Karl Lagerfeld per Chanel della collezione Haute Couture primavera-estate 2019 ricamata da Lesage con un motivo decorativo ispirato al mobile realizzato nella bottega dell’ebanista Mathieu Criaerd

Chanel © Musée du Louvre/ Nicolas Bousser

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La giacca di Karl Lagerfeld per Chanel della collezione Haute Couture primavera-estate 2019 ricamata da Lesage con un motivo decorativo ispirato al mobile realizzato nella bottega dell’ebanista Mathieu Criaerd

Chanel © Musée du Louvre/ Nicolas Bousser

Il Louvre debutta nell’Alta Moda

Un centinaio di abiti e accessori delle grandi maison (da Chanel a Balenciaga, da Van Harpen a Vuitton) sono allestiti tra la collezione permanente di arti decorative

È la prima mostra che il Louvre si dedica all’alta moda: un percorso all’interno delle sale e delle collezioni permanenti del museo parigino racconta la complicità tra due mondi, arte e moda, creando un dialogo «storico e poetico» tra opere d’arte decorativa scelte nel museo, dall’epoca bizantina al Secondo Impero, e un centinaio di abiti e accessori prestati dalle grandi maison che hanno fatto la storia dell’alta moda, da Balenciaga a Van Harpen, passando per Chanel e Dolce & Gabbana. La mostra, «Louvre Couture. Oggetti d’arte, oggetti di moda», dal 24 gennaio al 21 luglio, curata da Olivier Gabet, crea ovviamente molte attese. La scenografia è firmata da Nathalie Crinière, che ha allestito anche la Galerie Dior a Parigi e la mostra su Elsa Schiaparelli del Musée des Arts Décoratifs del 2022. Il Louvre non è del tutto estraneo al mondo della moda, avendo già ospitato alcune sfilate della fashion week, come quella, nel 2017, di Louis Vuitton nella Cours Marly. Nel 2022 ha anche presentato, nei meravigliosi spazi della Galerie d’Apollon tutta dipinta da Charles Le Brun per Luigi XIV, alcuni abiti della prima collezione di Yves Saint Laurent del 1962. Come disse Paul Cézanne: «Il Louvre è il libro nel quale impariamo a leggere». 

Tutta questa ricchezza non è sfuggita agli stilisti. «Se paradossalmente il museo del Louvre non conserva abiti propriamente detti, a eccezione del sontuoso mantello dell’Ordine di Santo Spirito restaurato l’anno scorso, l’abito è ovunque nelle sue gallerie: dai bassorilievi antichi alle pitture del XVIII secolo», scrive il museo in una nota. L’inedita mostra crea paralleli, talvolta sorprendenti e insospettabili, ma che alla fine diventano di un’evidenza clamorosa. Come accade per lo spettacolare abito in mussola di Jean Paul Gaultier del 2008-09 che ricorda le crinoline e i fasti del Secondo Impero. Ecco un paio di esempi di abbinamenti, abito e opera d’arte, che ritroviamo nelle sale del museo. Immancabile, Karl Lagerfeld disegnò, per la sua ultima collezione Chanel primavera-estate del 2019, un sontuoso completo da sera, con la giacca ricamata dalla storica maison Lesage e applicazioni di piume di struzzo sulla gonna ispirata allo stile settecentesco. L’abito è esposto ora accanto a una commode del Louvre realizzata nel 1743 nella bottega dell’ebanista Mathieu Criaerd (1689-1776), molto attivo durante il regno di Luigi XV. I motivi ricamati per il modello Chanel, una sovrapposizione di paillettes bianche, riprendono i decori vegetali e animali, gli arabeschi in bronzo dorato e i toni del blu e del bianco delle vernici Martin del delizioso mobile d’epoca. Il Louvre allestisce anche un modello del 1990-91 di Hubert de Givenchy (1927-2018),che fu anche un appassionato collezionista d’arte: si tratta di un lussuoso tailleur pantalone damascato di seta, lavorato secondo il gusto barocco del Seicento e Settecento francese, che viene accostato a un mobile intarsiato dall’ebanista del re André-Charles Boulle (1642-1732) appartenuto a José Marie e Misia Sert, amica di Coco Chanel.

La commode (1743) decorata con vernice Martin blu. © Musée du Louvre, dist. Grand Palais Rmn/Thierry Ollivier

Luana De Micco, 23 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

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