
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
RA Fotografia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Milano
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
RA Fotografia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a MilanoVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Il pittore inglese torna alla Fondation Gianadda un quarto di secolo dopo la sua ultima monografica nella sede svizzera
- Ada Masoero
- 03 marzo 2023
- 00’minuti di lettura


«Partenza per il ballo (San Martino)» (prima del 1846), di Joseph Mallord William Turner (particolare). Foto: Tate
Secondo John Ruskin, Joseph Mallord William Turner (Londra, 1775-1851) è stato «il padre dell’arte moderna». Non sbagliava, perché la pittura di questo maestro del paesaggismo dell’età romantica aprì la strada all’Impressionismo. Il suo «tempio» è la Tate di Londra, che conserva la più imponente raccolta di suoi lavori e da cui giunge il centinaio di opere, tra dipinti a olio, acquerelli e gouache, che David Blayney Brown, storico conservatore della museo londinese e specialista dell’opera di Turner, ha riunito nella mostra «Turner. The Sun is God. Il Sole è Dio», presentata dal 3 marzo al 25 giugno dalla Fondation Pierre Gianadda, 24 anni dopo la rassegna «Turner e le Alpi», da lui curata per la stessa sede.
La nuova mostra prende il titolo dalle parole che Turner avrebbe pronunciato in punto di morte. Che siano vere non è sicuro, ma è più che verosimile, poiché la luce del sole è il vero soggetto delle sue opere. Più che mai di quelle riunite nella sezione intitolata proprio al Sole, una delle sette in cui è articolato il percorso.
Ma non meno suggestive sono quelle dedicate alla sintesi di «memoria e immaginazione», con scene storiche ambientate in luoghi da lui visitati o alla narrazione di storie profane o mitologiche, ambientate anch’esse in paesaggi svaporanti, o alla trasposizione pittorica di effetti atmosferici o, ancora, all’esplorazione delle tenebre, anche come mezzi per potenziare la luce. Da ultimo, entra in gioco il suo interesse per la civiltà moderna dell’industrializzazione, di cui evidenzia i dannosi effetti atmosferici.

«Partenza per il ballo (San Martino)» (prima del 1846), di Joseph Mallord William Turner (particolare). Foto: Tate